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Perugia, i dilettanti e il 4 maggio: un altro contributo alla querelle

Fabio Meattelli

PERUGIA – Per il nostro appuntamento della settimana vorrei focalizzare l’attenzione e il ragionamento su tre termini: buon senso, dilettantismo e opportunità. Prendiamo le definizioni nude e crude così come ce le suggerisce Wikipedia; buon senso: “capacità di giudicare con equilibrio e ragionevolezza una situazione, comprendendo le necessità pratiche che essa comporta”, dilettantismo: “chi svolge un'attività per diletto e senza scopo di lucro oppure senza una specifica competenza”, opportunità: “dal latino opportunĭtas; da ob cioè "verso" e da portum ossia "porto" significa quindi "il vento che spinge le navi” verso il porto".

Associamo ora ad ognuno di questi una riflessione su cosa sta succedendo in Umbria e nel suo calcio dilettantistico riguardo all’opportunità o meno di giocare il prossimo 4 maggio in concomitanza con la forse decisiva partita di calcio professionistico tra Perugia e Frosinone. 

L’intransigenza con la quale il Comitato Regionale Umbro della FIGC sta portando avanti la questione di fatto bypassa il termine buon senso in quanto non si vede, nel caso specifico ovviamente e non sulle tante altre cose buone fatte, la volontà di valutare con equilibrio e ragionevolezza la situazione comprendendo le necessità dei tesserati, tifosi del Grifo e non, di vivere una giornata dalle fortissime emozioni così come era stata pensata fino a poche settimane fa quando il calendario “liberava” dall’obbligo di giocare proprio in quel giorno il turno di Eccellenza e Promozione; viene subito spontaneo dire come mai ci si è ricordati un po’ tardi del Torneo delle Regioni, facendo slittare il calendario, senza tenere presente per nulla il fattore “4 maggio”?

Essere dilettanti, visto il significato del termine, vuol dire anche interpretare ciò che si fa’ senza obblighi assoluti ma potendo anche mediare e valutare situazioni sia interne che esterne all’impegno sportivo. Nel caso in specie appare travolgente l’onda che sta impazzendo sui social-network con dirigenti di società, allenatori ma soprattutto giocatori che non vogliono perdersi lo spettacolo del Curi e chiedono che l’ultimo turno di campionato possa essere anticipato al sabato o meglio al 1 maggio.

Sarebbe un’opportunità infatti di mettere tutti d’accordo, facendo un passo indietro e conducendo in porto la nave del calcio dilettantistico senza diktat e ribadendo che a Prepo non c’è la volontà di usare il pugno di ferro adducendo peraltro motivazioni sulle quali ci sarebbe da discutere. E’ stato detto: “c’è da salvaguardare la regolarità dei campionati”, oppure “bisogna tutelare coloro i quali il sabato lavorano”. Per due stagioni purtroppo,  mica per responsabilità delle Federazione ci mancherebbe, ma per problemi economici reali, la “regolarità dei campionati” in Eccellenza con Città di Castello prima e Pierantonio poi siamo proprio sicuri che sia stata del tutto salvaguardata? Sull’altro fronte tutti sanno che la percentuale di calciatori che lavorano al sabato è bassissima e che per una volta nessun datore di lavoro si opporrebbe a concedere mezza giornata di permesso e comunque giocando il 1° maggio tutto si risolverebbe. 

Ha detto benissimo Corradini, capitano del Corciano: “Ci hanno fatto tante volte giocare turni infraset-timanali di mercoledì….”.

Altre proposte appaiono bizzarre perché, ad esempio, non si deve mai dimenticare che il regolamento del calcio professionistico impone che le gare degli ultimi tre turni siano giocate in assoluta contemporaneità e addirittura sono vietati anticipi e posticipi televisivi.

In conclusione dimostriamo con orgoglio di essere dilettanti….

 
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  Scritto da Fabio Meattelli il 16/04/2014
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