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Edizione provinciale di Perugia


LA REDAZIONE - Abbiamo tolto i commenti: ecco il perché!

In questi giorni ci siamo trovati, nostro malgrado, a dover togliere la possibilità ai nostri lettori di esprimere un commento su un articolo, su una gara, su qualsiasi cosa venisse pubblicato perché alcuni, non tutti per fortuna ma a volte basta qualche imbecille, ne facevano un uso distorto, meglio dire maleducato, improprio e spesso offensivo!

Stamattina abbiamo letto un fondo di Massimo Gramellini, vice direttore de la Stampa, per il quale, probabilmente non a caso, vantiamo una passione smisurata e una stima profonda. 

Ve lo proponiamo per intero, buona lettura:

“Quando i messaggi in Rete divennero di uso comune, noi fanatici della scrittura vivemmo un momento di rivalsa. L’oralità trionfante cedeva sorprendentemente il passo a una comunicazione meno spudorata, che avrebbe consentito anche ai timidi e ai riflessivi di fare sentire la propria voce nella piazza dell’umanità. Mai previsione è stata più stropicciata dalla realtà. Che si parli della malattia di Emma Bonino o della liberazione delle ragazze rapite in Siria - per limitarsi agli ultimi giorni - sul web si concentra un tasso insostenibile di volgarità e di grettezza. Una grettezza cupa, oltretutto, raramente attraversata da un refolo di ironia. 

Non mi riferisco al merito dei commenti. Nell’Occidente di Charlie ciascuno è libero di esprimere le opinioni più urticanti, purché rispettose della legge. No, è la forma dei messaggi che corrompe qualsiasi contenuto. Una radiografia di budella, una macedonia di miasmi, una collezione di frasi impronunciabili persino con se stessi. Nessuna di queste oscenità pigiate sui tasti troverebbe la strada per le corde vocali. Nessuno di quelli che per iscritto augurano dolori atroci alla Bonino e rimpiangono il mancato stupro delle cooperanti liberate avrebbe la forza di ripetere le sue bestialità davanti a un microfono o anche solo a uno specchio. La solitudine anonima della tastiera produce il microclima ideale per estrarre dalle viscere un orrore che forse neppure esiste. Non in una dimensione così allucinata, almeno. Per noi innamorati della parola scritta è una sconfitta sanguinosa che mette in crisi antiche certezze. Per la prima volta guardo il tasto «invio» del mio computer come un nemico.”

La speranza è che a leggere fino a qui ci siano arrivati in molti, ma soprattutto coloro i quali in questi comportamenti si riconoscono.

Ma i commenti torneranno, con un’organizzazione diversa, ma torneranno!

Stefano Bagliani

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  Scritto da Stefano Bagliani il 19/01/2015
 

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