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Campionati e Risultati: RISULTATI CLASSIFICHE STATISTICHE COPPE DIRETTA

COCCIARI, DALLA A AL VILLABIAGIO Tanti successi, zero compromessi

"Quella domenica giocavamo contro il Cagliari, a casa loro. Ero in panchina. Ma ero sicuro, me lo sentivo: adesso il Mister si gira verso di me e mi chiede di cominciare il riscaldamento. Debuttare in serie A lo avevo immaginato tante volte, l'avevo sognato quasi ogni notte... e a volte pure di giorno. Quel debutto l'avevo disegnato alla perfezione nella mia fantasia, ed ogni volta aveva un colore diverso, ... una paura diversa. Poi, di scatto, Ilario Castagner si gira davvero verso di me, manca poco alla fine del primo tempo, mi fissa per qualche secondo, poi pronuncia il mio cognome: “Cocciari ……...”.

Non ho mai dimenticato quell'attimo. Cominciai il riscaldamento. Lui non lo sapeva, ma io ero già caldo, da settimane. Quel giorno debuttai in serie A, avevo 18 anni. Vincemmo due a uno, segnò una doppietta Salvatore Bagni. Il capitano del Perugia era Pierluigi Frosio, il bomber Paolo Rossi. La Società era composta da personaggi eccezionali, a partire dal presidente Franco D'Attoma e dal direttore sportivo Silvano Ramaccioni".

Inizia da qui (un po' romanzata per l'occasione) la storia calcistica di Massimo Cocciari, da quella domenica in terra di Sardegna, dove il mare si confonde spesso con i colori del cielo, e cale sperdute si fanno corteggiare da paesaggi rocciosi, unici per bellezza e fascino.

Mi piace immaginare che, in fondo, il suo forte carattere sia stato forgiato anche da quella 'giornata' di serie A. Cocciari giocherà tra serie C (moltissima) e Interregionale per quasi venti anni. Lo ha fatto quasi sempre da capitano, guidando i suoi compagni con autorità e classe. Quella classe propria di chi ha i piedi buoni e spesso fa anche gol.

Tante soddisfazioni e campionati vinti da giocatore. Mi racconta gioie (tante) e delusioni. È un fiume in piena. La sua è stata una carriera di grandissimo livello.
“Da allenatore ricordo il campionato vinto a Nocera in Promozione conquistando 80 punti su 90, un record che regge ancora. Poi la vittoria della Coppa Italia nazionale nella scorsa stagione con il Villabiagio, una soddisfazione davvero unica e fortissima”.

La differenza tra vincere da allenatore e da giocatore?
“Rimane un ricordo indelebile la vittoria del campionato (C2) con il grande Gualdo della Famiglia Barberini. L'allenatore era Walter Novellino. Ero il capitano di quella squadra. È stata una soddisfazione immensa. Però vincere da allenatore ha un sapore diverso, perché sei il responsabile e la guida di un gruppo che devi trascinare, soprattutto mentalmente. Non ho dubbi: è più bello vincere da allenatore”.

Si dice in giro che ridi poco. Ricordo che facendoti notare questa cosa anche in passato, un giorno mi rispondesti che tu fai l'allenatore e non il clown.
“Su di me ne hanno dette di tutti i colori, con il solo scopo di penalizzarmi. Sono pochi invece quelli che dicono che, da 20 anni, le squadre che alleno raggiungono solitamente ottimi risultati. Quando c'è da scherzare, ti assicuro, sono il primo a farlo, ma quando bisogna essere 'seri', per dare il meglio di se e raggiungere l'obiettivo, serve impegno, responsabilità e massima concentrazione”.

(Che la domanda ha colto nel segno lo capisco subito).
“Da anni – si sfoga - mi hanno messo tantissime etichette, ma sai perché? Perché mi sono sempre rifiutato di far parte di alcuni 'ambienti' ed alcuni 'giri'. Troppo spesso sono rimasto fuori pur facendo 'risultati', è dunque evidente che per allenare a certi livelli, purtroppo, quasi sempre, servono altri 'ingredienti'. Ma io non scenderò mai ad alcun compromesso. Voglio allenare soltanto presentando direttamente il mio biglietto da visita. E senza portare sponsor. Ho sempre salvaguardato la mia dignità cercando di essere serio ed onesto con tutti i presidenti che mi hanno dato certe responsabilità. Questo del calcio – mi dice con voce ferma e decisa - è un mondo dove se non ti sai vendere è difficile trovare spazio. Io sono orgoglioso di me e di quello che ho fatto e che farò”.

Meglio cambiare argomento (!) Parliamo dell'Eccellenza, tu che l'hai vinta nella scorsa primavera con il Villabiagio.
“Per gli organici che hanno, le favorite sono il Cannara, il Bastia e l'Angelana. Vedo molto bene, grazie ad una campagna acquisti di prim'ordine e di livello, anche l'Orvietana. In un discorso di vertice potrebbe poi inserirsi il Castel del Piano. Mi piacciono in particolare il Petrignano ed il Pontevalleceppi. Non vedo squadre 'materasso'. Tutti si sono organizzati nella maniera più giusta per il raggiungimento dei propri obiettivi”.

Chi sarà il principe dei 'bomber'?
“Ci sono molti giocatori di spessore ed esperienza, a partire da Porricelli, La Cava, Mancini e Menichini. Ci sono poi ragazzi più giovani che potrebbero imporsi, primo fra tutti metto Polidori. Il rendimento a medio, lungo termine di una squadra dipende moltissimo dai risultati iniziali, dall'armonia che questi, più di ogni altra cosa, riescono a creare sia nello spogliatoio che in ambito societario. Vuoi sapere chi sono gli allenatori che hanno la squadra più forte? Grilli (Bastia) e Farsi (Cannara)”.

Parliamo del Villabiagio, della tua squadra. E complimenti per l'ottima partenza.
“Il girone di quest'anno è di livello superiore rispetto a quello della passata stagione. Ci sono squadre di città di rilievo con chiari obiettivi di vittoria finale, come il Forlì, l'Imolese, il Rimini. Grandi ambizioni le ha anche il Lentigione. Poi, come in tutti campionati ci scapperà qualche sorpresa. Da non dimenticare che poi a dicembre, come sempre, cambieranno molte situazioni (riapertura del mercato) con un girone di ritorno che prenderà dunque le forme di un nuovo campionato”.

Ma sarà il Villabiagio la sorpresa?
“Noi – mi risponde convinto - siamo una neopromossa, non conosciamo il girone, quindi le difficoltà sono molteplici. Domenica, pur incontrando una squadra giovane (Romagna centro) hanno dimostrato comunque qualità e determinazione. Il Villabiagio è stato costruito con prerogative chiare: avere in rosa il più possibile ragazzi umbri. L'obiettivo prioritario è la salvezza e non è così semplice da raggiungere. La strada sarà molto dura. Dobbiamo quindi lavorare seriamente e restare concentrati su quello che facciamo. È un campionato che non permette di fare passaggi a vuoto. Sbagliando tre o quattro partite può significare trovarsi in mezzo a tanti guai”.

Dunque solo la salvezza?… dai, conoscendoti, non ci credo.
“Ti assicuro che è il vero obiettivo. Non per svilire il valore della Società, che è altissimo, o del gruppo, ma siamo consapevoli che l'obiettivo prioritario e primario è questo, da raggiungere con umiltà e consapevolezza. Poi (ecco il Cocciari che conosco) se saremo bravi a crearci spazi diversi, ben vengano. Non vogliamo farci prendere dalla presunzione o lanciarci in voli pindarici perché sarebbe pericoloso. Non dobbiamo dimenticare che per sei volte in campionato si giocherà ogni tre giorni. Serve quindi costruire massima coesione del gruppo affinché tutti possano essere in grado di dare il giusto contributo quando vengono chiamati a giocare”.

Massimo mi perdonerà se in chiusura del pezzo rispondo io, per lui, a questa domanda:
Lontano da ogni microfono, ed in modo assolutamente riservato, dove vedi la tua squadra a fine campionato?
“Lassù” ( e sono sicuro che gli scappa il sorriso).

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  Scritto da Alberto Scattolini il 07/09/2017
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