"MUZZI" BERRADI AL TOP: "Grazie a mister Procelli"
Emanuele Lombardini
SAN GIUSTINO - "Mi chiamano Muzzi perchè è più facile, rispetto a Mohcine. Il soprannome me l'ha dato il mio primo allenatore quando sono arrivato in Italia, perchè avevo i capelli come l'attaccante della Roma e lui era romanista".
Mochine Berradi, classe 1996, arrivato 11 fa dal Marocco in Italia - parla con un forte accento tifernate - capocannoniere con 6 gol in 3 partite del girone A di Prima Categoria, con la Virtus Sangiustino prima in classifica insieme a Selci e Cosmos Pierantonio.
Bomber per caso?
"Per caso no, perchè un po' di gol ne ho sempre fatto, però sicuramente quest'anno ho maggiori responsabilità. Questo risultato, mio personale e della squadra è del mister Procelli. Lui ha avuto una grande intuizione, quella di spostarmi avanti. A Piccione facevo l'esterno, quest'anno invece mi ha detto che siccome sono l'unico riferimento offensivo, devo partire più avanti. Mi piace molto, anche se so che avrò grandi responsabilità. Procelli è un grande, a me sta insegnando molto".
Quali cose ha imparato in questo poco tempo a San Giustino?
"Per esempio, ho imparato a giocare spalle alla porta e tante altre cose che fanno gli attaccanti puri. Io invece da questo punto di vista ero molto indisciplinato. Però quando ti metti nelle mani di uno che ha fatto 145 gol con una stessa squadra, non puoi che crescere e io sto crescendo tanto".
Però sul fronte attacco, un primo maestro l'ha avuto in suo fratello Mustafà..
"In realtà siamo nati entrambi come trequartisti. Poi lui è passato più avanti e io mi sono spostato in altre posizioni. L'anno scorso a Piccione partivo più lontano dalla porta, quest'anno è diverso e mi diverto di più".
E intanto la Virtus San Giustino è lì con le altre grandi...
"C'è il Cosmos che è la rivelazione ma vedrete che adesso verranno fuori anche quelle che al momento sono più indietro. E naturalmente, vogliamo esserci fino alla fine..."