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ETOGO DALLA CHAMPIONS A PIEGARO: "Qui con umilità"

L'attaccante è grande protagonista ma dice: "Non riesco a diventare cittadino italiano, questo mi crea problemi anche per lavorare o vivere di calcio"

Emanuele Lombardini

PIEGARO - Il presidente Stefano Sberna se lo coccola: "In tanti vorrebbero Etogo in squadra, per la Prima Categoria è un lusso".

Lui, Essama Awoundza Etogo (nella foto) ringrazia nel modo che conosce meglio, quello dei gol. Ne ha fatti due anche domenica alla Romeo Menti e promette di farne altri ancora.

Di strada ne ha fatta, dal Camerun per arrivare a Fontignano, dove vive. E' passato per le giovanili dell'Inter, la Grecia (Chaidari), la Toscana (Sesto Fiorentino), il Molise (Bojano), l'Albania (Tirana), due società dilettantistiche tedesche (Bonnes SC e Malhower), arrivando persino in Ungheria, al Boks prima e poi al Debrecen, dove era nella squadra che ha giocato in Champions League contro la Fiorentina (stagione 2009-10). In Italia e a Perugia da 15 anni, inseguendo un pallone, arrivò minorenne e fu preso in affidamento da Brunello Cucinelli.

Etogo, lei l'anno scorso ha vinto la Promozione alla Trasimeno, che ci fa in Prima Categoria?

"E'un pò complicato (ride) Alla Trasimeno quest'anno avevo ritrovato Domenico De Luca (ds ad inizio stagione dei biancorossi, ndr), che era il mio direttore sportivo ai tempi del Debrecen. Poi però le strade si sono divise, per questioni economiche e non solo. Peccato perchè io a Castiglione del Lago stavo bene, mi lega una grande amicizia al figlio del presidente, al di fuori del calcio. A quel punto ho ripreso il cartellino e ho ricominciato a cercarmi una squadra. Il Piegaro mi ha voluto ed eccomi qua".

Due categorie più sotto: non ci ha pensato nemmeno un secondo?

"Un po' si, perchè insomma avevo la possibilità di giocare in Eccellenza. Ma alla fine qui mi trovo bene, ho fatto la scelta giusta. Mi sono rimesso in gioco con grande umilità, non c'è problema".

Come lo trova questo campionato per lei inedito?

"In Italia quando si parla di calcio c'è sempre grande agonismo, non trovi mai avversari malleabili, quindi...è dura, anche in Prima Categoria".

Una vita nel calcio, eppure lei non vive di calcio...

"Vorrei provare a fare il professionista, ma non posso, perchè non riesco ad ottenere la cittadinanza italiana: un problema con la validazione del mio atto di nascita da parte dell'ambasciata mi sta bloccando il processo da cinque anni. Ormai mi sento italiano, mia moglie è italiana, i miei tre figli sono nati qui. Vorrei che qualcuno mi aiutasse a sbloccare questa situazione"

Di cosa vive allora?

"Faccio volantinaggio, quando mi chiamano, ogni tanto...mia moglie non lavora più da quando alcuni anni fa l'asilo dove stava ha chiuso. Il calcio dilettantistico mi aiuta, non basta. Ma vado avanti, con umiltà".

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  Scritto da Emanuele Lombardini il 12/10/2017
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