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MARIO AGNELLI, LA TERNANA, IL TUORO E...VICIANI

Fere in ritiro nella città dove l'ex presidente lacustre è oggi sindaco: "Sono sempre un uomo di sport"

Emanuele Lombardini

CASTIGLION FIORENTINO - "L'ho riconosciuta sa? Ho il suo numero memorizzato da allora! Vede come vanno le cose? Il mondo gira, ci si ritrova sempre...". Mario Agnelli (nella foto) è sempre lui, anche se adesso è dietro una scrivania da sindaco, invece che quella di presidente di una squadra di calcio.

Perchè lui, eletto con una civica, è il sindaco della sua Castiglion Fiorentino, dove da lunedì pomeriggio è arrivata in ritiro la Ternana: "Ma resto sempre un uomo di sport e mi ricordo di lei", dice al cronista, ricordando i tempi non troppo lontani (dal 2006 al 2011) nei quali era il presidente del Tuoro.

Allora fece notizia, perchè quando ancora i migranti non erano terreno di scontro politico, divenne pioniere dell'accoglienza, portando a Tuoro un giovane rifugiato politico fuggito dalla Nigeria in guerra, Kalapapa "Kalas" Ngeri, facendolo giocare prima nella squadra Uisp e poi nella sua squadra. Quel gesto e la rocambolesca fuga furono anche oggetto di numerosi servizi televisivi a livello nazionale

Oggi la sua vita incrocia di nuovo il calcio...

"Non è la prima volta che le squadre vengono in ritiro qui: due anni fa abbiamo avuto una squadra palestinese, ma la Ternana qui non è una cosa come le altre: a Terni Viciani è un mito ma a noi Castiglionesi ogni volta che viene pronunciato quel nome batte ancora forte il cuore".

Viciani precursore del calcio moderno?

"Corrado Viciani ha una sola colpa: essre nato troppo presto. Se invece di essere stato protagonista del calcio degli anni 70, lo fosse stato di quello attuale, avrebbe avuto i microfoni dei cronisti e delle tv addosso. In tanti hanno preso ispirazione da lui: penso a Sacchi, ma anche a Guardiola, in fondo sono tutti un po' figli del suo calcio. Per la Ternana venire qui è tornare a casa, ma anche un pò per noi".

E Pochesci?

"Non lo conosco direttamente, spero di poterlo incontrare presto e parlare un pò di calcio con lui. Ho visto però qualche partita alla televisione. Dei giocatori conosco Luca Tremolada, che ha vestito la maglia dell'Arezzo, del quale sono stato responsabile delle relazioni esterne nel 2014".

Ecco, appunto. Perchè in una delle tante vite sportive, l'imprenditore e juventino doc Mario Agnelli è stato anche questo. In Umbria, è stato nell'area tecnica del Pierantonio e del Sansepolcro, in serie D, passando per la Sansovino, prima dei cinque anni sul Lago che lui ricorda sempre con piacere:

"Sono stati anni che ricordo con grande piacere, abbiamo fatto belle cose", dice.

Tra le tante, quella di Kalas. La sua storia trovò sponda nell'allora amministrazione del comune lacustre: lui, uomo vicino a Forza Italia, costruì un ottimo rapporto professionale col vicesindaco Lorenzo Borgia (Sinistra e Libertà) e con l'allora assessore alle politiche sociali Filibero Coloni.

Fu grazie a loro e al coraggio di Alma Petri, vedova del poliziotto Emanuele, ucciso dalla Brigate Rosse  il 2 marzo del 2003, mentre era in servizio in treno, nel conflitto a fuoco seguito all’identificazione dei brigatisti Nadia Desdemona Lioce e Mario Galesi, che riuscì a salvare Kalas e a restituirlo alla vita grazie al calcio e a Tuoro.

Anche oggi, nonostante il ruolo politico, nella vita di Agnelli c'è sempre un pallone che rotola: 

"Dal 2016 sono collaboratore della Procura Federale: seguo gli incontri di serie A e serie B per loro conto, per capire eventuali situazioni irregolari. E' un incarico stimolante, che mi permette di continuare a mettere il calcio nella mia vita, conciliandolo con gli impegni da sindaco".

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  Scritto da Emanuele Lombardini il 09/01/2018
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