PARLESCA, ROSINI "Ci iscriviamo, ma senza l'entusiasmo di una volta!"

PARLESCA - Il presidente Luigi Rosini (nella foto) guida il Parlesca da una vita e alla domanda "Come state ricostruendo la rosa? Girano voci di abbandono da parte di molti giocatori dello scorso anno..." la risposta è... un fiume in piena.

"Purtroppo non posso farmi vedere entusiasta come fanno molto colleghi. Ci stiamo iscrivendo anche se le situazioni organizzative del nostro calcio non sono molto controllabili.

Per il Parlesca, una delle tre società più vecchie come attività ininterrotta in Umbria, è un dovere reiscriversi. I ragazzi vanno sempre più pregati per farli giocare o servono promesse bugiarde di soldi, posti di lavoro, rose da primo posto.

Essere seri non paga più, rivendicare una buona tradizione serve per farsi sorridere dietro le spalle. Personaggi senza scrupoli usano tutti i mezzi per sottrarre i pochi giocatori residui e purtroppo la maturazione dei "nuovi" giovani parlescani è ancora in corso.

I calciatori di oggi hanno scarsissimo senso della riconoscenza, del dovere e spesso di una minima buona educazione: ho oltre 70 anni ma intuisco come la nostra società civile avrà poche chance con questo tipo di gioventù e mi auguro per loro che i miei siano solo discorsi da "vecchio".

E siamo fortunati ad aver trovato un gruppo di genitori dei nostri giovanissimi che ancora ha un minimo di apprezzamento per la SS Parlesca e a loro va il mio ringraziamento, in primis alla coordinatrice dei genitori Monica Sierini che, pur essendo la dirigente di una società rivale, non si risparmia per il nostro settore giovanile.

Cercheremo di integrare la rosa, al momento composta da 16 giocatori, 9 dei quali di ottimo livello tecnico per la categoria con qualche extracomunitario che al momento mostra almeno un tipo di entusiasmo di... venti anni fa!

C'è chi non vuole far sbarcare gli africani ma calcisticamente è un danno: la Francia è in finale ai Mondiali con 7 di colore. Adesso stiamo procedendo con la speranza che qualche altro giovane italiano in gamba sposi la nostra causa: sarebbe il segnale che non tutto è perduto".