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Perché è meglio tifare una piccola squadra

 

 

Come altri prestigiosi campionati europei, anche il calcio italiano è dominato dalle grandi squadre. I club più ricchi e titolati si contendono il campionato e la Coppa Italia stagione dopo stagione, quasi fosse una lega d’élite all’interno della serie A. Gli ultimi sette scudetti sono stati vinti dalla Juventus, che ha realizzato un record incredibile destinato a rimanere negli annali. Ma nelle ultime 27 stagioni il campionato è stato dominato quasi esclusivamente da tre squadre, ovvero la Vecchia Signora, l’Inter e il Milan, con due sole eccezioni a cavallo del 2000 rappresentate dagli scudetti della Lazio e della Roma, comunque dei club di vertice. Per trovare una squadra diversa bisogna andare fino alla stagione 1990-1991, con la Sampdoria Campione d’Italia.

Raramente una piccola squadra vince lo scudetto: negli ultimi 40 anni, ad esempio, ricordiamo solo il Verona, che riuscì a conquistare lo scudetto nella stagione 1984-1985 contro tutti i pronostici di calcio. Apparentemente, quindi, tifare una squadra più piccola sembrerebbe non dare le stesse soddisfazioni di un “grande”. In realtà, non è così. Vediamo di capire perché.

Il primo motivo per cui un tifoso decide di scegliere una “provinciale” invece che un top team è sicuramente il cuore. Quando si sente di dover sostenere una squadra al di là dei risultati, allora vuol dire che è amore vero. Le piccole squadre difficilmente otterranno risultati prestigiosi, ma i tifosi dimostrano sempre la loro vicinanza con la presenza sugli spalti. Le partite non sono mai “di cartello”, cioè con avversari importanti e con top player in grado di riempire gli stadi, ma a questi tifosi poco importa, perché il centro delle loro attenzioni è la loro squadra.

Un’altra valida motivazione per tifare un piccolo club è che in campo si vede una grinta che i giocatori di vertice non mostrano più. Certo, il livello tecnico è inferiore, quindi difficilmente si vedranno delle giocate alla Messi o alla Cristiano Ronaldo. Ma emerge la motivazione dei giocatori e la volontà di raggiungere il risultato. Il gioco è tendenzialmente più fisico e anche meno pulito rispetto al gioco delle grandi squadre. I calciatori diventano gladiatori in una arena disposti a tutto pur ottenere la vittoria, a differenza dei top player che appaiono più distaccati e meno legati alla maglia che rappresentano.

Proprio perché mancano i “solisti”, cioè i grandi giocatori capaci di trascinare l’intero team alla vittoria, il gioco è veramente “di squadra”. I giocatori sono su un livello tecnico più omogeneo e quindi prevale il risultato complessivo rispetto agli individualismi dei singoli. In poche parole, potremmo dire che nelle piccole squadre il motto “l’unione fa la forza” diventa una costante.

Quando si segue una piccola squadra si entra nell’ottica del “non mollare mai”. Il tifoso supporta i suoi eroi in campo anche quando i risultati non arrivano oppure anche in caso di una retrocessione. In queste situazioni, emerge la forza mentale di perseguire i propri obiettivi in un’ottica di lungo termine, anche se la vittoria non arriva nell’immediato.

Infine, dobbiamo dire che tifare una squadra provinciale non è una cosa per tutti. Chi sceglie di seguire un team di categoria inferiore è disposto ad apprezzare dei valori che nel calcio di vertice si sono ormai quasi del tutto perduti. Insomma, al di là delle considerazioni, il tifo per una maglia è una cosa irrazionale, al pari dell’amore. E lo è ancor di più nel caso di una “piccola”.

 

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  Scritto da Redazione il 19/08/2018
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