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FARAGLIA E L'ARBITRO RAGAZZINO CHE AMMETTE L'ERRORE "Che personalità!"

GUARDA LA 4^ PUNTATA DI PINCO PALLONE

Dall'avvocato Giancarlo Faragliua, riceviamo e volentieri pubblichiamo:

“L’ho appena intravisto (l’Arbitro, un ragazzo, quasi un ragazzino) mentre entrava nella sala del C.R.U., accompagnato dal Dirigente del Comitato Regionale Arbitri, per deporre avanti alla Corte Sportiva di Appello Territoriale sul ricorso che avevo predisposto per conto di una Società di Settore giovanile avverso l’omologazione di una gara del Campionato Giovanissimi Regionali.

Il motivo ed il fondamento del ricorso era rappresentato da un “errore tecnico” in cui era incorso l’Arbitro nel convalidare un gol alla squadra avversaria (realizzato su calcio di rigore) dopo che l’incaricato del tiro dal dischetto aveva colpito la base del palo della porta e, sulla respinta, senza che nessuno altro avesse toccato il pallone, aveva realizzato la rete: duplice violazione di regole tecniche e cioè pallone toccato di seguito per due volte dallo stesso calciatore e posizione di fuorigioco del medesimo. Dunque “errore tecnico” e il gol, secondo il regolamento, andava annullato e non convalidato.

Come è noto, l’”errore tecnico” acquista efficacia e rilevanza giuridica per la Giustizia sportiva solo se viene riconosciuto formalmente e direttamente dal Direttore di gara in sede di deposizione avanti ai Giudici sportivi. In tal caso la gara viene annullata e ne viene disposta la ripetizione. Altrimenti, se l’Arbitro non lo riconosce, l’errore giuridicamente non esiste ed il risultato acquisito sul campo viene definitivamente omologato.

Il ragazzo (quasi un ragazzino, avrà avuto 15/16 anni) mentre entrava per fare la sua deposizione, tradiva una certa emozione, forse era preoccupato, certamente intimidito – più che naturale considerata anche l’età - per doversi presentare avanti ad una Commissione di Giudici per rispondere a delle domande che gli avrebbero rivolte.

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Dopo circa 15 minuti, l’ho visto uscire, sempre accompagnato dal Dirigente, verso il quale rivolgeva timidamente lo sguardo, quasi per carpirne il consenso per quanto aveva dichiarato avanti ai Giudici. Ma, probabilmente, l’apprezzamento già gli era stato espresso dal Dirigente e, forse, anche per questo il suo sguardo ora era luminoso, quasi sorridente.

Forse si era tolto un peso, aveva dichiarato qualcosa contro i propri interessi: un ragazzo, quasi un ragazzino, aveva avuto la personalità ed il coraggio avanti ai Giudici sportivi di riconoscere un proprio errore durante la direzione della gara.

E noi, che siamo molto navigati in questo mondo del calcio, che troppo spesso offre esempi poco esaltanti, non possiamo non apprezzare ancora di più la lealtà, la correttezza e il coraggio di questo giovanissimo Arbitro.

Non sappiamo, ovviamente, quale sarà la carriera sportiva di Mattia Z. della Sezione di Foligno, quali partite andrà ad arbitrare in futuro. Ma la sua “partita” personale, questo ragazzo, quasi un ragazzino, l’ha già vinta alla grande, quella sera avanti ai Giudici della Corte Sportiva di Appello Territoriale del Comitato Regionale Umbria. Oltre ad aver reso un eccellente servizio all’immagine ed alla figura dell’Arbitro.”

Avv. Giancarlo Faraglia

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  Scritto da Stefano Bagliani il 31/01/2019
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