BOGLIARI SENZA FRENI: "Basta coi fuoriquota obbligatori"

Emanuele Lombardini
SAN SECONDO - Ha scritto un pezzo della storia del calcio umbro, senz'altro una fetta consistente di quello altotiberino, se è vero che ancora viene chiamato dalle tv locali a dissertare del pallone dilettantistico. Gigi Bogliari (nella foto) è fermo dal 2012 ma non se ne cruccia.
"L'ultima stagione è stata con il San Secondo, abbiamo vinto il campionato. Poi l'esperienza con loro è finita, non mi ha più cercato nessuno e da allora non alleno".
Le manca la panchina?
"A dire il vero non più di tanto. Vede, non mi riconoscevo più in quel calcio già mentre allenavo. L'ultima stagione avevamo vinto il campionato già a Pasqua e io non vedevo l'ora che finisse. Mi mancavano gli stimoli e io penso che se l'allenatore non ha stimoli, non può trasmetterli ai giocatori. Non è una questione di soldi, nè di categoria, è proprio che facevo fatica. Allora è finita così e va bene".
Cosa non le piace del calcio di oggi?
"Tante cose. Per esempio, che gli allenatori sono prigionieri di tutta una serie di situazioni, a cominciare dai genitori che sono in società oppure portano sponsor e hanno figli che giocano e devono essere schierati per forza anche se magari non sono così validi. Per non parlare dei giovani fuoriquota: se uno ha 17 anni e gioca perchè è bravo e ha rubato il posto ad uno di 23-24 anni allora va bene. Ma se uno ha 17 anni e gioca per regolamento e dopo due anni perde il posto 'per regolamento' a beneficio di un altro diciassettenne...che stimoli avrà? Così li vedi scendere in Prima, in Seconda, quando non nei campionati amatori, che sono pieni di questi ragazzi".
Eppure in Prima Categoria quest'anno ci sarà un girone altotiberino di grande livello...
"Sulla carta, certo. Poi vai a vedere le partite e capisci come stanno le cose. Le dico una cosa: l'anno scorso mi hanno regalato l'abbonamento al Città di Castello e io non ho visto lo stesso una partita. Faccio sempre più fatica a seguire un match per intero, non ci si diverte più".
Il momento più bello e quello più brutto della sua carriera?
"Il più bello senz'altro quando abbiamo conquistato l'Eccellenza col San Secondo, partendo da una squadra che l'anno prima si era salvata allo spareggio. Il più brutto quando ci è sfuggita la Promozione col Selci: quello 0-0 col Sangemini ha rovinato una intera stagione, a noi bastava vincere e invece è andata a finire che hanno spareggiato loro e il Pozzo. Che delusione...".
Chi è l'allenatore migliore oggi?
"Difficile dirlo, l'allenatore è una figura complessa, oggi più di allora. Tanti lavorano bene ma come detto oggi ci sono tanti paletti che impediscono ai tecnici di farlo al meglio. Nomi non voglio farne, perchè farei torto ad alcuni, però si, ancora ci sono tecnici di valore. Ma è sempre più difficile, per tutti".
