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L'AVVOCATO NASCIMBENI: "L'unica via è chiuderla qui per i dilettanti!"

DA MARCHEINGOL.IT - Interessante intervista da parte dei colleghi del portale marchigiano facente parte del network Italiagol come noi di Settecalcio. 

MACERATA - La pandemia in corso legata alla diffusione del Covid-19 (Coronavirus) sta sconquassando il calcio marchigiano che ora si interroga su come, quando e (soprattutto) se ripartire per tentare di concludere la stagione o chiuderla definitivamente.

Mentre i vertici della LND punterebbero a cercare di chiudere la stagione sul campo bisogna però fare i conti con la realtà: la diffusione del virus è ancora evidente e le norme post pandemia saranno così stringenti che prevedere di tornare in campo a giugno - immaginate uno spogliatoio di Seconda categoria e la normativa del metro di distanza - ad oggi appare irrealistico.

Le società sono divise tra chi ritiene giusto annullare la stagione, chi è favorevole a cristallizzare le classifiche emettendo i verdetti e chi si mostra disponibile a giocare anche nei mesi estivi.

Per cercare di riportare il discorso su un piano logico e giuridicamente legittimo abbiamo sentito l'avvocato Massimo Nascimbeni (nella foto) dello studio di diritto sportivo Nascimbeni (papà Giancarlo è un'autorità in materia) di Macerata.

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Avvocato Nascimbeni, quale soluzione è più praticabile sul piano giuridico tra annullare la stagione e cristallizzare le classifiche?
"L'unica decisione legittima sul piano del diritto è quella di annullare la stagione. La pandemia in corso rappresenta un evento di carattere straordinario per cui sarebbe giustificata una presa di posizione da parte degli organi federali che porti all'annullamento della stagione corrente. In altre federazioni, come basket e rugby, questa decisione è già stata presa. Altre soluzioni, come non far disputare playoff e playout o cristallizzare le classifiche, possono scatenare ricorsi da parte di società che si ritengono danneggiate. Anche emettere verdetti sulla base dell'ultima giornata disputata è una presa di posizione ingiusta sul piano della regolarità dei campionati. Quindi, seppur da considerare una misura drastica, l'annullamento della stagione è la soluzione più praticabile dal punto di vista giuridico".
 
Ritiene percorribile l'ipotesi di cercare di terminare la stagione nei mesi estivi?
"La prosecuzione dei campionati è una ulteriore possibilità di tentare di concludere la stagione in corso, secondo me però è poco fattibile perchè bisogna allenarsi e giocare nel rispetto delle normative vigenti di igiene e sicurezza, che tuttavia saranno prolungate. Nelle categorie minori, considerando gli impianti sportivi, questo aspetto non sempre si riesce a far garantire".
 
Altra questione è quella relativa alle quote delle scuole calcio e dei settori giovanili. Con l'interruzione della stagione come si devono comportare le società sportive nei confronti delle famiglie?
"Qui siamo di fronte a una fondata e giustificata impossibilità di prestare un servizio, in sintesi c'è stata solo una prestazione parziale. La famiglia ha pagato la quota annuale, dall'altra parte non c'è stato un adempimento da parte della società ma la reale impossibilità a svolgere un servizio. La norma del codice civile - 'impossibilità sopravvenuta per causa forza maggiore' - prevede che la famiglia abbia diritto a una riduzione di quanto corrisposto in percentuale al periodo non fruito. Facciamo un esempio: se la quota comprende un servizio di 10 mesi, non fruendo del servizio da marzo a giugno, la famiglia ha diritto alla riduzione della quota stessa di quattro/decimi".
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  Scritto da Redazione il 02/04/2020
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