MENICHINI A 360°: "Cresciuto a pane e pallone, voglio stupire ancora!"
FILIPPO FELIGIONI
CASTIGLIONE DEL LAGO - Mattia Menichini, attaccante classe 1981 e nuova punta di diamante dell’ASD Castiglione del Lago, accetta l’ennesima sfida in Eccellenza, con l’intenzione di lasciare il segno anche sulla prossima stagione e di continuare a fare la differenza ad alti livelli. Bomber d’area di rigore e reduce da 15 gol in 23 partite nella passata stagione con la maglia del Castel del Piano, Menichini assicurerà alla squadra guidata da Francesco Farsi gol pesanti, pericolosità offensiva ed esperienza da vendere, maturata in diverse stagioni tra Serie D, Lega Pro ed Eccellenza.
Hai deciso di rimetterti alla prova nell’Eccellenza all’età di 39 anni. Quali sono i motivi che ti hanno spinto ad accettare l’offerta dell’ASD Castiglione del Lago?
"Il Castiglione del Lago è stata la squadra che mi ha cercato con più insistenza fin da dicembre dello scorso anno, ed è una società molto ben organizzata che ha manifestato grande interesse per me e fatto di tutto per farmi sentire desiderato e ben accolto, e per questo è stato facile accettare la loro offerta. L’interesse mostrato nei miei confronti dal direttore sportivo Simone Angelini, che mi aveva cercato anche quando era responsabile del Gualdo Casacastalda, mi ha spinto ad intraprendere questa nuova avventura e a lasciare il Castel del Piano, dove la situazione societaria e contrattuale era incerta e poco chiara perché i dirigenti erano impegnati nell’organizzazione del nuovo corso della società."
Sei come il vino buono, invecchiando migliori sempre di più. L’età è un ostacolo ingombrante o una sfida accattivante che ti spinge a superare i tuoi limiti?
"Sicuramente l’età si fa sentire: la reattività delle gambe e la forza esplosiva non sono più quelle di un giovane di vent’anni, anche a causa degli infortuni che ho subito nel corso della carriera (intervento all’osso ischiatico e rottura del crociato), ma queste lacune possono essere colmate dalla mentalità, dall’esperienza, dall’etica del lavoro, dalla voglia di giocare e dalla costanza nell’allenamento."
In un nostro recente articolo sei stato paragonato a Zlatan Ibrahimović. Quali sono le caratteristiche che ti accomunano al centravanti svedese del Milan?
"In comune abbiamo solo l’età (ride), anche perché il paragone con Ibra mi è costato molte prese in giro da parte degli amici (ride ancora). Comunque, spero di poter essere un esempio per i più giovani e di aiutarli come i più “vecchi” hanno fatto con me. Magari adottando un approccio diverso dal nonnismo dei vecchi senatori che nello spogliatoio incutevano timore reverenziale nei più giovani: mi piacerebbe essere un punto di riferimento che possa incoraggiarli e spronarli con consigli e pacche sulle spalle, perché spesso ai ragazzi manca la voglia di giocare e la convinzione in quello che fanno. E queste sono caratteristiche che acquisisci solo con l’esperienza e con l’età. Quelli della mia generazione sono stati cresciuti a “pane e calcio”: da piccolo giocavo per le strade di Foligno con i miei amici scommettendo la merenda, poi andavo agli allenamenti e dopo cena uscivo di nuovo a giocare fino a tardi. Ora è difficile vedere un bambino che rincorre un pallone per la strada, perché i più giovani vivono il calcio come un passatempo e non come una passione a cui dedicarsi. Per me diventare un calciatore è sempre stato un sogno, fin da quando eropiccolo, e credo di averlo coronato giocando per più di 18 anni ad alti livelli tra Eccellenza e Lega Pro."
Quale pensi che sarà la prima sensazione che proverai quando tornerai in campo?
"Le emozioni che dà il campo sono difficili da descrivere e non si sa mai cosa aspettarsi. Sicuramente c’è grande entusiasmo e voglia di ripartire da parte di tutti, ma credo che inizialmente sarà faticoso recuperare il ritmo partita ed entrare in forma per la nuova stagione. In questo periodo mi sono tenuto in allenamento, ma sarà il campo ad avere l’ultima parola e a dirci se la squadra sarà atleticamente e mentalmente pronta per ripetersi sui livelli della scorsa stagione. L’entusiasmo di certo non manca."
Mister Francesco Farsi e la società ti hanno voluto fortemente, cosa si aspettano da te?
"Anche se non ho mai lavorato con il mister, ho giocato spesso contro le sue squadre, quindi conosco il suo stile di gioco e so cosa chiede agli attaccanti. Lo scorso anno la sua squadra era molto quadrata, ben organizzata e molto concentrata, anche se le qualità della rosa sono emerse soprattutto nel girone di ritorno. La società mi ha cercato anche a dicembre dello scorso anno, quindi credo che tutti conoscano bene le mie caratteristiche e i miei punti di forza e che sappiano quale sia il contributo che posso portare alla squadra. Nonostante la campagna acquisti e le cessioni, credo che la solidità della squadra resterà invariata e che potremo toglierci molte soddisfazioni. L’obiettivo per il prossimo anno è quello di ripetere i risultati della scorsa stagione e, se possibile, di migliorarli ancora per conquistare i playoff, ma l’Eccellenza è un campionato molto combattuto: Ellera, Narnese, Lama, Nestor e Spoleto sono squadre più organizzate rispetto alle altre, ma anche il neopromosso Branca è una squadra insidiosa da affrontare. Mi sono sempre visto come la classica prima punta d’area di rigore e anche se non mi piace stabilire degli obiettivi personali per la stagione, mi auguro di poter aiutare la squadra segnando gol pesanti che possano farci portare a casa i tre punti. Sarebbe bello ripetersi sui livelli dello scorso anno anche dal punto di vista dei gol (15 in 23 gare disputate, con 7 turni da giocare), ma come ho detto il campionato è difficile e le squadre sono molto compatte e attente in difesa."
Sarà la tua ultima sfida ad alti livelli?
"Il calcio è il mio lavoro, ma soprattutto una passione che non conosce ostacoli, quindi non ho intenzione di smettere, anche se a volte mi viene da ridere quando mi accorgo di condividere lo spogliatoio con ragazzi di vent’anni che potrebbero essere i miei figli. Nel calcio conta molto anche l’aspetto mentale e finché sarò lucido mentalmente e riuscirò a reggere dal punto di vista fisico non vedo perché dovrei appendere gli scarpini al chiodo."
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