Udinese: la provinciale che espugnò l'Anfield Stadium
In questo momento è una delle sorprese del campionato di Serie A, con una sola sconfitta (ad opera dei giallo rossi di Dybala), tre vittorie e un pareggio all’attivo nelle prime cinque giornate e un meritatissimo secondo posto in classifica. Ha vissuto una propria fase d’oro nel primo decennio degli anni Duemila e non è detto che il campionato da poco iniziato non possa portarla a più che onorevoli traguardi in Europa: stiamo parlando dell’Udinese di Kosta Runjaic.
I friulani, sotto la guida di un carismatico Pasquale Marino, nel 2008-09, arrivarono ai quarti di finale di Coppa UEFA (che dalla stagione successiva riceverà l’attuale denominazione di UEFA Europa League) e terminarono il campionato al settimo posto.
La stagione successiva, dovettero accontentarsi dei preliminari di Champions, ma si classificarono quarti in campionato, segnando un punteggio record per i bianconeri di 66 punti.
Nel 2010-11, l’Udinese si classificò al terzo posto in campionato ed entrò in Champions, mentre l’anno successivo, oltre a vincere otto partite di fila a fine campionato, a piazzarsi al quinto posto in classifica e ad ottenere un biglietto per l’Europa League, il club si levò la grande soddisfazione di battere il Liverpool all’Anfield Road.
Europa League: l’Udinese a Liverpool
È il mese di ottobre 2012 e l’Udinese accede alla fase a gironi di Europa League, dopo l’eliminazione dai playoff di Champions. Oggi, con la rivoluzione che l’Uefa ha innescato nelle coppe europee, questo non sarebbe più possibile: chi esce da una coppa è fuori fino alla stagione successiva e non accede alle coppe di “livello inferiore”. Ma nel 2012 era diverso e l’estrazione inserisce i ripescati friulani nel Gruppo A, assieme al Liverpool, ai russi dell’Anzi e agli svizzeri degli Young Boys.
I bianconeri non supereranno il turno, concluderanno ultimi la fase del girone con solo 4 punti, in virtù di un punto ottenuto in casa contro i russi e della vittoria sul campo degli inglesi. L’Udinese esce dunque a testa alta, forte di questa impresa calcistica, anche se la sua corsa europea si concluderà prima dei sedicesimi.
La partita all’Anfield Stadium
In panchina c’è Francesco Guidolin, mentre in campo scendono, in porta, il serbo Brkic, in difesa, Benatia, Danilo e Domizzi; a centro campo, Faraoni, Badu, Pinzi, Asamoah e Armero; in attacco Pereyra e Di Natale, che proprio nel 2012/2013 vive la sua ultima stagione da cannoniere implacabile (23 gol in serie A) prima dell’inevitabile declino.
Il primo tempo è tutto del Liverpool che mette a segno una rete al 23’ del primo tempo, grazie ad un tocco di Shelvey. È nel secondo tempo che le cose cambiano nettamente.
Il solito Di Natale, due volte capocannoniere del campionato italiano con l’Udinese, di piatto destro mette una palla sotto l’incrocio, a sinistra del portiere inglese: Pepe Reina non può fare niente altro che disperarsi. I bianconeri ci credono, del resto è solo la seconda giornata del girone e hanno già messo a segno il pareggio con i russi dell’Anzi, sempre grazie ad un goal di Di Natale. Vincendo contro il Liverpool metterebbero una seria ipoteca sul passaggio del turno, non fosse altro che per la spinta motivazionale.
Il gioco dell’Udinese si scioglie, la squadra diventa più agile e nel corso di tutto il secondo tempo mette in seria difficoltà la difesa inglese. La superiorità dei friulani è evidente, ma serve un goal che la sancisca definitivamente: e questo arriva al 25’, su un colpo di testa di Benatia su un cross che sembrava disegnato apposta per lui.
A questo punto, il Liverpool sembra risvegliarsi: non può perdere davanti ai tifosi dell’Anfield Road che ha sancito tanti successi dei Reds. Ma l’Udinese non molla e dopo un’azione concitata, ma ben orchestrata, il genio e l’altruismo di Di Natale sono ancora una volta fondamentali: con la palla tra i piedi, anziché rischiare il tiro in porta, Totò passa indietro, in direzione di Pasquale, che tira una palla imprendibile dai venti metri.
È il 72’, ma i tifosi del Liverpool non hanno il tempo di cadere nell’ansia della sconfitta, perché, solo tre minuti dopo, Luis Suarez riesce ad accorciare le distanze.
Ora, sono i friulani a temere il peggio: sarebbe una beffa, dopo il vantaggio acquisito, tornare a Udine con un solo punto. La squadra bianconera si chiude in difesa, l’area dei friulani diventa una roccaforte impenetrabile, anche per i Reds. Gli inglesi, alla fine, dovranno rassegnarsi: questa volta, l’Udinese è stato più forte del Liverpool!
Il calcio è così, non sempre quello che sulla carta sembra chiaro (come la superiorità del Liverpool rispetto a quella dei provinciali dell’Udinese), lo è altrettanto in campo. È proprio questo che rende appassionanti le scommesse sportive, come quelle che si possono realizzare sui siti dei bookmakers non AAMS sicuri e con licenze internazionali. E il campo, in quell’ottobre di dodici anni fa, ha dimostrato che anche le big possono, e devono, piegarsi ai capricci della sorte, alla tattica, alla tecnica e alla dimensione atletica delle squadre minori, sulla carta.