Nei palazzi della finanza il dossier Juventus continua a circolare con insistenza. Il primo rifiuto non ha spento l’interesse di Tether, che resta convinta di poter riaprire la partita. Un confronto che va oltre il campo e il Calciomercato, ma che tiene banco tra analisi economiche, strategia e ultimissime societarie.
Il primo no e la risposta di Tether
Il rifiuto di Exor alla proposta iniziale non ha fermato la società guidata da Paolo Ardoino. Anzi, ha acceso l’idea di un rilancio immediato, più vicino al reale valore del club. L’offerta da 1,1 miliardi non è stata ritenuta congrua, spingendo Tether a rivedere profondamente i propri numeri.
I numeri reali del club
Secondo l’analisi riportata dal Corriere dello Sport, applicando i corretti multipli di mercato ai ricavi operativi da 420 milioni, la Juventus raggiunge una valutazione tra 2,1 e 2,6 miliardi. Tolti i debiti finanziari, il valore azionario reale oscilla tra 1,8 e 2,3 miliardi, ben distante dalla prima proposta respinta.
Pressioni mediatiche e strategia
Come riportato da Tuttosport, Ardoino punta anche sulla spinta mediatica e sul consenso dei piccoli azionisti per aumentare la pressione. Tuttavia, la vera partita si giocherà sui numeri e sulla risposta del titolo in Borsa. Le trattative live restano aperte, ma solo una proposta “inattaccabile” potrebbe cambiare lo scenario.
Il muro di Exor
Nonostante l’attesa per il nuovo assalto finanziario, la posizione di Exor appare granitica. Le parole di John Elkann, ribadite anche da Giorgio Chiellini, indicano una volontà chiara: la Juventus non è in vendita. Un messaggio che sembra chiudere la porta, almeno per ora, a ogni tentativo di scalata.






