Dopo il netto 4-1 della Sampdoria sul Pescara, l’allenatore Massimo Donati ha espresso tutta la sua soddisfazione per la prova dei suoi uomini. Ai microfoni di Genova24.it, il tecnico ha parlato di una squadra capace di rialzarsi dopo un primo tempo complicato: “Eravamo all’inferno alla fine del primo tempo e siamo saltati fuori. I ragazzi non avevano mai smesso di crederci, anche quando i risultati non arrivavano”.
“I fischi erano per i risultati, non per l’impegno”
Donati ha voluto ribadire come, nonostante le difficoltà iniziali, la Sampdoria non avesse mai perso la voglia di reagire. “I fischi erano giusti per i risultati, ma non per l’impegno. Ho sempre detto ai ragazzi che le cose possono cambiare in un attimo, bisogna solo trovare la reazione giusta”, ha spiegato il tecnico, sottolineando la forza mentale mostrata dal gruppo.
Le correzioni tattiche: Cherubini, Pafundi e Coda
Nel suo intervento, Donati ha analizzato anche alcuni aspetti tattici della partita. “Nel primo tempo Cherubini e Pafundi si allontanavano troppo dalla zona d’attacco, e così mancava supporto vicino a Massimo. Quando si trovano e dialogano possono fare molto meglio”, ha commentato. Sulle prestazioni di Coda, invece, il tecnico è stato chiaro: “Gli ho detto che deve continuare così. Non conta il passato, ma il lavoro che fa per la squadra”.
Rigore annullato e arbitraggio nel mirino
Donati ha espresso qualche perplessità sulla decisione arbitrale riguardante il rigore tolto alla Sampdoria: “Secondo me il fallo era avvenuto troppo tempo prima, non si può andare a cercare così lontano. Abbiamo vinto, quindi la questione passa in secondo piano, ma non mi è sembrata una situazione giusta”.
“Giordano simbolo del gruppo: ora serve continuità”
Infine, l’allenatore ha voluto elogiare Giordano, autore di un ingresso decisivo: “Ha dato un segnale importante, dimostrando che anche chi non gioca è coinvolto. Tengo tutti sotto la mia custodia, e oggi lui è stato determinante”. Donati ha concluso con una riflessione sul futuro: “Abbiamo messo un mattoncino. La classifica non è buona, ma è solo l’inizio: da domani si pensa già alla prossima”.






