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BIAGIOLI 'PROFESSORE' Il presidente da i voti all'ambiente ORVIETANA

Roberto Pace
ORVIETO - Per l'Orvietana si è chiuso il primo quadrimestre. E’ tempo della valutazione intermedia. Presiedere il Consiglio è compito del Presidente, Roberto Biagioli (NELLA FOTO), cui spettano pure voti e giudizi. La disamina, considerato l’andamento delle cose, esclude il voto insufficiente, perché, ad insindacabile giudizio di chi lo esprime, nessuna delle componenti in esame ha avuto un rendimento al disotto del sei.

Il primo riscontro è per la città e gli sportivi:
“Premesso che ho il massimo rispetto per i non appassionati di calcio, considero la città in grado di fare molto di più. Il voto non può andare oltre il SEI."

Parte integrante di Orvieto è il Palazzo del Governo con gli attuali gestori della cosa pubblica:
“ Il momento, inutile negarlo, continua ad essere difficile. Ringrazio per l’impianto messo a disposizione dell’Orvietana, ma non ho altri elementi di giudizio. Confermo che la nostra Società non ha scopi di lucro, gestisce buona parte del tempo libero di oltre 250 giovani e, probabilmente, meriterebbe qualche attenzione in più. Nella vita tutto è migliorabile. Il voto assegnato va inteso quale incoraggiamento in tale direzione. SEI”.

Il club, si è riproposto una particolare attenzione verso i più giovani, nell’ottica di essere da supporto al loro sviluppo. Come ha funzionato l’organizzazione e come procede la gestione:
“Come sapete, da questa stagione abbiamo deciso di inserire una figura nuova, neutrale, quale responsabile di tutta la struttura, prima squadra compresa. Dopo quattro mesi, credo di poter dire che l’obiettivo è stato centrato, grazie anche allo spirito costruttivo che anima i tanti collaboratori. Siamo a un buon livello. OTTO”.

Valutazione, che è un ottimo riconoscimento per Vito Piscopiello, direttore sportivo con poteri più ampi. Un paio di squadre, per le quali era stato programmato il ritorno in categoria superiore, faticano a primeggiare. Avete analizzato le cause?
“ Nel complesso stiamo andando bene. E’ vero che sono sorti problemi riguardo all’ampiezza delle rose, le qualità dei giocatori. E’ altrettanto certo che, essendo il primo anno di un diverso tipo di gestione, qualche difficoltà poteva essere messa in conto. Riusciamo, comunque, a essere competitivi in tutte le categorie. Mi sembra un bel segnale. SETTE”.

Ho avuto modo di ascoltare, con le mie orecchie, gli elogi di un giocatore, da poco arrivato a Orvieto, indirizzati all’ottima organizzazione dell’Orvietana. Di società ne ho girate tante – queste le parole – ma da nessuna parte c’è un’attenzione così professionale e professionistica per quei particolari così importanti per noi calciatori:
“ Il nostro modello organizzativo viene da lontano. Nonostante la discesa di categorie, continuiamo ad usare lo stesso trattamento di quando eravamo in serie D. Abbiamo le persone e i mezzi tecnici per farlo. Ci costa molto sacrificio, pesa sul budget, ma lo facciamo volentieri. Abbiamo un medico due volte la settimana, il fisioterapista, con Tecar Terapia, sempre presente, preparatore atletico e dei portieri, un magazziniere che sa svolgere il suo lavoro come pochi. OTTO E MEZZO.”.

Arriviamo alla prima squadra. In cima alla classifica, pur in partenariato, tre sole sconfitte in un girone d’andata chiuso in evidente ripresa:
“Abbiamo perso qualche punto per strada. Ho mal digerito due, delle tre battute d’arresto, in particolare l’ultima. Però ci può stare, senza dimenticare i tre errori marchiani delle terne arbitrali, due in campionato e uno in Coppa, documentati dalle riprese video, che c’hanno fortemente penalizzato. Speriamo, almeno, che alla fine tutto si compensi. Siamo in testa, a Guardea si è rivista la vera Orvietana, anche i nostri competitor stanno avendo le loro disavventure. Non mi piace nascondermi dietro un dito e confermo che siamo pronti a giocarcela fino alla fine. OTTO E MEZZO “.

Guida il gruppo Massimiliano Nardecchia del quale, penso a ragione, tutti parlano bene:
“Lo stimo moltissimo come persona, ne apprezzo, altrettanto, il modo di lavorare. Parla poco e, quando lo fa, sempre a ragion veduta. Sa farsi rispettare, ha definito, in modo molto chiaro, i diversi ruoli. E’ preparato e ha voglia di imporsi, trasmette sicurezza ai giocatori. Ha dato vita ad un gruppo fantastico, dal quale trarre un rendimento addirittura superiore alle qualità dei singoli. Con lui possiamo andare lontano. Per questo, spero resti all’Orvietana più tempo possibile. NOVE”.

Quest’anno, non pervengono segnali d’invasione di campo. Ognuno fa il suo e appare ottimo, per esempio, il feeling tra direzione tecnica e il direttore generale Andrea Solini:
“Perché abbiamo imparato a parlare, senza sparlare. Il nostro è un confronto di opinioni, con alla base il reciproco rispetto, finalizzato a migliorare certe situazioni. Non siamo perfetti, ci stiamo attrezzando e l’avvocato svolge un lavoro eccellente. Aggiungerei Ciccone, per il modo in cui svolge il ruolo di collaboratore del tecnico, che ha la massima fiducia nell’ex capitano OTTO”.

Fra i giocatori orvietani, chi identifica come miglior sorpresa sulla base delle sue aspettative?
“Ci sono sette giocatori di Orvieto, utilizzati in pianta più o meno stabile. Stanno facendo tutti molto bene. Il portiere, Riccardo Perquoti, è quello andato oltre le attese personali. OTTO E MEZZO”.

Fin qui i voti. Manca soltanto una considerazione generale del Presidente, da sottoporre al giudizio dei lettori:
“ A fine estate, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo deciso di provare a fare qualcosa di importante. Vediamo come vanno le cose, poi, a Natale, modificheremo, eventualmente, gli obiettivi. Ci siamo rinforzati e adesso vogliamo tentare di vincere il campionato. Lo sforzo è notevole, anche a livello personale. Porto, quale esempio, la decisione di svolgere tre allenamenti settimanali, più la rifinitura il sabato mattina. Caso, atipico, nel campionato di Promozione. Per qualcuno, significherà aver fatto il passo più lungo della gamba. Rispondo con le presenze, in squadra, di tanti giocatori di Orvieto. Non capitava da molti anni. Giudico che, per loro, sia un grande motivo di crescita. Non li abbiamo mandati allo sbando e bruciati, come in passato, sopraffatti dalle difficoltà e dalla mancanza di soddisfazioni sul piano sportivo, indispensabili a mantenere alta la passione. Come si dice dalle nostre parti, impossibile avere botte piena e moglie ubriaca. Chiediamo fiducia e un supporto compatibile alle possibilità di ciascuno. ”

 

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  Scritto da Roberto Pace il 24/12/2015
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