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CAVALLI PROSCIOLTO "Nessuna frase razzista" E l'Orte lo conferma

ORTE - "L’Atletico Orte - recita una nota del club - accoglie con un grande respiro di sollievo ed un'immensa soddisfazione il provvedimento con cui il Tribunale Federale Territoriale ha prosciolto Alessandro Cavalli (nella foto), e conseguentemente la stessa società, dall'accusa di aver proferito frasi razziste nei confronti di un tesserato dell'Assisi durante la scorsa stagione.

Il Tribunale Federale - sul quale abbiamo sempre nutrito grande fiducia con una pronuncia anche coraggiosa nel ribaltare accuse demagogicamente facili da cavalcare, ha accertato che mister Cavalli non ha mai pronunziato tali frase, frasi che lo stesso Tribunale dubita che alcuno abbia mai proferito. La società non ha peraltro mai dubitato dell'assoluta innocenza di mister Cavalli, noto in tutto l'ambiente anche per spiccate doti umane.

Termina qui - prosegue il comunicato societario - una vicenda bruttissima, che ha fatto “penare” per mesi (che nessuno potrà mai risarcire) chi è stato falsamente accusato di questo gravissimo comportamento: tali infatti riteniamo frasi e comportamenti razzisti; soprattutto nel momento storico attuale, dove l'integrazione razziale è il tema sociale più importante nel nostro Paese, ed in particolare nello sport, ambito privilegiato per l'inserimento sociale.

La società coglie l'occasione per rinnovare a Cavalli ed al suo staff la piena fiducia, anche se la squadra vive un difficile momento di risultati.

Con Cavalli abbiamo iniziato questa avventura due anni fa; con Cavalli abbiamo vinto due campionati consecutivi; con Cavalli soffriamo per non poter giocare nel nostro paese ed essere forse l'unica squadra apolide in ambito nazionale. Con Cavalli assistiamo alle sistematiche attenzioni della classe arbitrale, rassegnati nella convinzione che, su tale atteggiamento, pesi molto il fatto che tanti vedano nell'Eccellenza un valido trampolino per platee più importanti e che, anche inconsapevolmente, esercitino il loro rigore con l“ultima della classe”; meglio poi se questa non ha una importante storia sportiva alle spalle; meglio ancora se questa, non potendo giocare nel proprio paese, non ha nemmeno un grande seguito popolare o mediatico.

Da un (gravissimo) comportamento discriminatorio - conclude la nota - siamo stati prosciolti; ma di un atteggiamento discriminatorio (senz'altro più lieve, ma della stessa natura) siamo vittime tutte le domeniche: è il paradosso della vita, anche di quella sportiva."

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  Scritto da Redazione il 29/11/2016
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