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IL DIGGI SOLINI SICURO "Amo Juve e Orvietana: vinceranno entrambe!"

Roberto Pace
ORVIETO - Andrea Solini (nella foto), cinquanta primavere portate alla grande, uno studio legale ben avviato, una passione smisurata per il calcio. Che, in questo momento, lo porta a dividersi a metà, tra la grande dedizione per l’Orvietana, nella quale interpreta il ruolo di direttore generale e la spola, con cadenza secondo calendario, tra Orvieto e la città della Mole.

Sarà a Torino, per la super sfida col Napoli, non mancherà, al Muzi, dove l’Orvietana affronterà la Nuova Fulginium, in quella da lui giudicata quale partita decisiva per il futuro biancorosso. Certamente, nel momento contingente, la fede bianconera è più gratificante:
“Bah, a dire il vero con la Juve le soddisfazioni me le sto prendendo da qualche anno. Vorrei fosse lo stesso con l’Orvietana. Io non demordo e sono certo che, da qui alla fine della stagione, probabilmente riuscirò ad avere identici riscontri positivi su ambo i fronti”.

Arriveresti a concedere qualcosa al Napoli di Sarri se ciò bastasse a garantire i tre punti all’Orvietana?
“No. Perché si imporranno sia la Juve che l’Orvietana”.

La squadra biancorossa non attraversa un buon momento. L’avevamo pronosticata, quale inseguita, la ritroviamo nella veste d’inseguitore. In società avrete fatto un’analisi delle ultime prestazioni, ricercato le cause e trovate delle risposte:
“A giudizio dello staff tecnico, il calo è stato determinato da una piccola serie di concause, tutte concomitanti. Base principale il calo fisiologico, che ci sta, di alcuni giocatori, i quali dopo aver tirato il gruppo per sei mesi, stanno pagando dazio a livello di stress. Se poi andiamo ad analizzare la mancanza di risultati, nell’ultimo periodo, possiamo dire che ciò non si è verificato per non gioco o per mancanze nelle giocate dei singoli. Il calcio, come diciamo sempre, è fatto di episodi che, nel periodo recente non ci hanno favorito. Ad esempio, nell’ultima trasferta, abbiamo fallito un’occasione colossale per pareggiare, nei minuti finali, dopo un secondo tempo a noi favorevole, nonostante l’inferiorità numerica. Purtroppo, la dea bendata ci ha voltato le spalle e, quando ciò accade, le problematiche s’ingigantiscono. Non capita tutti i giorni di colpire la traversa al 93’ e, sulla ribattuta, mancare il tap-in a un metro dalla porta. Se la palla fosse entrata, saremmo a parlare di un’altra cosa”.

L’arringa non fa una piega. Ma entra in conflitto col pensiero dei tifosi, o almeno una parte di questi, i quali sostengono che, quanto fatto all’inizio, compresa la striscia positiva, è stata più frutto del caso che non del lavoro del tecnico e dei giocatori:
“Come mio costume rispetto il pensiero del tifoso. Chi viene allo stadio paga il biglietto e ha il diritto, sacrosanto, di manifestare le proprie idee. Detto questo, se è chiesto il mio parere, questo dissente completamente dall’opinione oggetto della domanda. Quello che abbiamo, fino a oggi, costruito è frutto del lavoro che il mister e tutto lo staff portano avanti dal mese di agosto. Un impegno che ha portato i giocatori ad acquisire una mentalità vincente e, per alcuni di loro, a esprimersi addirittura a livelli superiori alle effettive potenzialità. Quindi, confermo, a mio parere, che quello in cui siamo incappati è un momento d’appannamento, influenzato da tante piccole situazioni, compreso, come già detto, il leggero calo di rendimento. C’è bisogno di ricaricare le pile ai più giovani, portati, tendenzialmente, a passare dall’esaltazione alla prostrazione. Un lavoro che, di solito, occupa i più esperti del gruppo. Nulla che autorizzi, però, a parlare di crisi definitiva e senza soluzione. Sono, altresì convinto, che la rinascita dell’Orvietana inizierà, già da domenica, nonostante l’assenza di giocatori importanti, tra i quali Bagnato, Monesi e Curri, fermati da squalifica. Tutte defezioni di grosso rilievo, ma vedrete come, i sostituti, sapranno farsi valere. Perché l’unità del gruppo, predicata dal mister e compresa da tutta la rosa, è intatta. Continuiamo a guardare avanti, per il campionato e la finale di Coppa Italia, ormai alle porte, che proveremo a vincere e sarebbe la prima volta dell’Orvietana”.

I toni usati dall’avv. sono fermi e decisi, rivelando una sicurezza, quasi assoluta. Deve esserci qualche altro perché, oltre a quelli già enunciati:
“Le mie certezze derivano dalla fiducia che ripongo nel mister e nello staff che lavora con lui. Sono sempre pronti a far quadrato di fronte a ogni situazione negativa e sapranno reagire. La squadra è compatta, sta con il mister. Abbiamo lo spirito vincente, non abbiamo tirato i remi in barca e, ripeto per l’ennesima volta, proseguiamo guardando solo avanti”.

Mancano nove partite, ventisette punti disponibili, sei il ritardo dall’Orte capolista. La strada è abbastanza in salita:
“Premesso che, nella vita, nulla è facile, le più grosse soddisfazioni sono quelle che si prendono dopo aver superato momenti di difficoltà e tanti ostacoli davanti. La mia opinione personale mi fa dire che il campionato non sarà deciso dagli scontri diretti, ma dal distacco col quale arriveremo a disputarli. Per essere più chiaro e senza proclami, aspettiamo le prossime due partite, N. Fulginium e Amerina, dalle quali portare a casa sei punti. Poi arriverà l’Orte, al Muzi e la domenica successiva sfida tra Campitello e Orte. Un mese, o poco più, da brivido, ma possiamo farcela”.

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  Scritto da Roberto Pace il 11/02/2016
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