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Campionati e Risultati: RISULTATI CLASSIFICHE STATISTICHE COPPE DIRETTA

STEFANO GOBBI, L'OPINIONE SULLE JUNIORES AL MERCOLEDI'

Stefano Gobbi
Poche voci (pur se invitate) hanno fatto sapere ‘la loro’ sulla proposta del Presidente Repace di far disputare i campionati della categoria il mercoledì.

Peccato non si colga la possibilità di dire la propria su di un argomento così importante. Nessuno cestinerebbe mai opinioni dette nei giusti e corretti modi. Qualcuno osserverà anche che i giornali non sono i posti giusti per dibattere di simili ‘riforme’ noi invece insistiamo perché (i giornali) aiutino a formare una giusta idea da portare (questo sì che è giusto) in sede di Comitato Regionale al momento di una possibile riforma.

Il nostro pensiero? Siamo contrari per certi versi: le partite del sabato hanno il loro giusto fascino e da che mondo è mondo il calcio ufficiale si è svolto sempre nei fine settimana. Poi il calcio ‘dei grandi’ è venuto a pescare nella categoria juniores e con una media di 6 (minimo) giocatori a squadra nelle 48 società di Eccellenza e Promozione girano qualcosa come 288 ragazzi che spesso non giocano nei fine settimana né la loro gara di categoria, né partecipano a quelle dei grandi, disamorandosi di questo sport e portando le proprie attenzioni verso altri aspetti della vita.

288 ragazzi in pratica 16 squadre da 18 elementi ciascuna sono sparite (un girone intero di Juniores) e i loro organici dirottati verso il calcio dei più grandi che (non nascondiamocelo) rifiuta questa intromissione forzata e la risputa via dopo appena due-tre anni ricacciandola nel calcio minore o al calcio delle organizzazioni parallele alla FIGC che si fregano le mani nel vedere affluire a costo zero, tesserati preparati da altre organizzazioni.

Così la FIGC dopo avere tanto speso nella formazione dei giovani perde questi ragazzi. È in pratica un’azienda economica che non costruisce per se stessa ma per altri. Un’azienda destinata al fallimento come in realtà è già avvenuto nella mancata qualificazione ai mondiali. I giovani (anche arbitri) vanno fatti crescere con calma, far diventare grandi ‘per forza’ questi ragazzi è la corbelleria più grande che il calcio abbia partorito negli ultimi anni. Migliorare i bilanci? Si sa di cosa si parla? Riduciamo i bilanci degli stipendi e aumentiamo a dismisura quello della ricerca dei sotto quota (perché non tutti hanno settore giovanile) alimentando un nuovo mercato a prezzi stratosferici?

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Cosa c’entrano queste disquisizioni? Spieghiamo. Il calcio dilettantistico ha subìto nell’ottica di presunti risparmi (che non ci sono come visto), l’imposizione dei sotto quota con l’obiettivo (da una ricerca de IL Giornale dell’Umbria di qualche anno addietro) che solo il 13 % di questi ragazzi prosegue nel calcio maggiore. Un patrimonio che si disperde purtroppo.

Soluzioni? Di abolire i sotto quota non se ne parla almeno fino a che qualcuno non imporrà dall’alto un pensiero simile (anche per gli arbitri) e allora? Dobbiamo ridare spazio alla Categoria Juniores facendoci giocare anche i ragazzi della prima squadra. L’unica possibilità (e non sappiamo quanto praticabile) è quella di far giocare il campionato nelle giornate successive alla prima squadra.

Del resto anche ora molte società si accordano per giocare il lunedì, il martedì o in altri giorni per poter far giocare elementi aggregati alle rose della prima squadra. I comunicati del mercoledì sono pieni di posticipi. Segno che c’è un problema e che le squadre sentono la necessità di posticipare gli impegni.

Per parte del Comitato si fa osservare che il giorno proposto per il campionato c’è la scuola? Gli impegni lavorativi dei dirigenti? Ma i ragazzi si allenano? E se invece che allenarsi quel giorno giocano magari insieme a coloro che in prima squadra non hanno giocato la domenica?

Ecco non si tratta di scegliere un solo giorno per giocare. Qui si tratta di dare corpo ad un evento che nel calcio dilettantistico potrebbe essere epocale. O aboliamo i sotto quota e lasciamo crescere i ragazzi nelle loro categorie o proseguiamo nella politica dei sotto-quota e cerchiamo di non disperdere un patrimonio importante per tutto il movimento calcistico. Potrebbero essere prese in esame formule per i giovani allarghino la categoria fino a ritornare ad una vera e propria under 21.

Giovane è bello, sì. Ma alzi la mano chi abbandona sulla strada della vita i propri figli di 21-20-19 anni e non piuttosto diamo ancora loro maggiore sostegno nell’affrontare l’inizio del loro futuro. Ecco non possiamo comportarci in un modo in famiglia e nel calcio in un altro. Se lo facciamo siamo schizofrenici. I giovani sono uguali dappertutto e vanno fatti maturare nei giusti tempi e non per pseudo necessità economiche.

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  Scritto da Stefano Gobbi il 29/12/2018
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