S. VENANZO, AVOLA SI CONFESSA: "Attratto dallo spirito di squadra"
AGOSTINO CLAUDIANI
SAN VENANZO – Abbiamo fatto due chiacchiere con Giuliano Avola (nella foto), difensore classe 1987, neoacquisto del San Venanzo.
Venuto dal Guardea, nel quale era allenato da Filippo Avola, suo fratello, ci confessa che è stato attratto soprattutto dalla concretezza delle proposte della dirigenza della sua attuale squadra. Con quest’ultima sembra già essersi instaurato un rapporto di fiducia e rispetto reciproco. Se questa è la base di partenza, le aspettative non possono che essere delle migliori.
Quali sono stati i motivi che ti hanno fatto optare per il trasferimento?
“È stato difficile scegliere di andarmene dal Guardea, anche a causa del fatto che il mister è mio fratello. Tuttavia, dopo la chiusura del Covid ero in attesa di novità concrete da parte della società. Proprio mentre attendevo mi è arrivata la chiamata del mister del San Venanzo, Riccardo Fatone, persona che conosco già da 7 anni. Mi sono sentito lusingato dalla loro proposta e ho deciso di accettare. La prossima è una stagione importante, sono stato attratto dallo spirito coinvolgente di questa squadra.”
Quindi hai ambizioni alte per il prossimo campionato.
“Assolutamente sì. Vorrei che vedere la squadra al vertice della classifica. Ho parlato con i dirigenti e anche loro sono dello stesso avviso. I presupposti per farcela ci sono tutti.”
Come è andato l’inizio degli allenamenti post-lockdown?
“Non ho avuto dei problemi particolari, ho un visico atletico anche se non mi alleno tanto. Certo è che mi a aiutato la mia professione di operatore ecologico, nella quale sollevo continuamente pesi e mi devo mantenere attivo. Inoltre, non appena è stato possibile ho iniziato ad allenarmi da solo, quindi sono pronto ad affrontare la preparazione estiva prima e il campionato poi.”
Non è un segreto che non sei più un fuori-quota. Vuoi raccontarci uno dei momenti di maggiore soddisfazione per la tua carriera?
“È difficile dirne uno, ce ne sono molti. Sicuramente il primo anno in cui ho giocato in prima squadra, nell’orvietana, in serie D. Mi aspettavo di essere inserito nella squadra solo per fare presenza, per così dire, come spesso capita quando si è giovani. Al contrario, quella stagione, 2004-2005, rappresentò per me una svolta perché giocai sempre titolare. Mi fece capire che, spesso, con l’impegno si possono ribaltare non solo le aspettative degli altri, ma anche le proprie.”
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