BM8, ENTUSIASMO BRUNELLI: "Conto i giorni che mi dividono dal campo!"

AGOSTINO CLAUDIANI
SPOLETO – L’attaccante Antonio Brunelli, classe 1982, neoarrivato alla squadra BM8 Spoleto, si rivela al taccuino di Settecalcio.it, non nascondendo l’enorme entusiasmo da cui è stato coinvolto già durante la trattativa con la squadra spoletina. Entusiasmo che non gli fa perdere di vista la voglia di vincere e di svettare nella classifica del prossimo campionato di categoria.

Cosa ti ha convinto ad accettare l’offerta di questa squadra?
“Detto sinceramente, sono rimasto impressionato dall’entusiasmo che ho notato in tutti i componenti della società con i quali ho parlato durante le trattative. Ciò che mi ha attratto è questo clima generale di passione, che ho notato anche nei dirigenti Roberto Paciotto e Vittorio Montesi, nel quale mi sono sentito inglobato da subito. Inoltre, sono stato convinto dal progetto ambizioso di mister Raggi, che ha tutte le basi per puntare alla parte alta della classifica. Questi fattori, che io giudico degli stimoli importanti, mi hanno fatto pensare che questa fosse la squadra adatta a me.”

A proposito del progetto della squadra. Credi che con il tuo innesto siate al completo o vi manca ancora qualche altro giocatore?
“A mio giudizio la squadra è molto competitiva e per quanto riguarda la disputa del campionato potrebbe già ritenersi al completo. Tuttavia preferirei non dare giudizi definitivi riguardo questo perché se ne occupano il mister e i dirigenti e mi fido ciecamente delle loro scelte.”

Quanti gol punti a fare nella prossima stagione?
“Sarei ipocrita se dicessi che non punto a fare gol. Ci tengo a farne il più possibile, non vorrei fare una previsione ben definita, anche perché sono scaramantico. Quello che non voglio è che la mia voglia di segnare si distacchi dall’apporto positivo che do alla squadra. È importante soprattutto il risultato, quindi preferisco che i miei eventuali successi personali siano sempre collegati e funzionali al successo della squadra.”

Quando c’è un cambio di generazione, si parla sempre dell’attitudine dei nuovi giovani. Ti sei fatto un parere su questo?
“Per quanto ho notato io, giocando a contatto con i più giovani, sicuramente al tempo in cui io ero fuori quota c’era un maggiore rispetto di confronti di chi giocava da più anni. Lo chiamerei un timore reverenziale, basato non sul nonnismo ma su una vera stima per l’anzianità di gioco, che oggi sta scomparendo. Tuttavia, sono certo che nel calcio esista una sorta di selezione naturale: un bravo giocatore, senza la giusta mentalità, finisce per ritirarsi dai giochi dopo poco tempo. Poi è importante anche la mentalità di noi giocatori più esperti, che dobbiamo avere la capacità di essere da esempio nel rispetto delle regole e da guida (in campo e negli spogliatoi).”

In attesa della consueta preparazione estiva fai qualcosa a livello atletico? Su cosa ti stai concentrando maggiormente?
“Sto svolgendo un allenamento funzionale a un attaccante come tutte le estati. Non mi sono fermato neanche durante il lockdown. Detto fuori dai denti, non vedo l’ora di iniziare a giocare. Dentro di me ho ancora lo spirito di un bambino che conta i giorni che lo dividono dalla prima partita di campionato.”