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SERGIO COCCHINI:"Segreti? Famiglia, organizzazione e un po' di follia"

Intervista a 360° con il direttore sportivo della Marra San Feliciano, uomo di fiducia del presidente Eugenio Miccio

FILIPPO FELIGIONI
MAGIONE – Dal Marra San Feliciano trapela tutto l’entusiasmo in vista della prossima stagione. Dirigente esperto e punto di riferimento della società, il direttore sportivo Sergio Cocchini (nella foto) continua a muoversi sul mercato e a curare ogni aspetto della vita calcistica del sodalizio guidato dal presidente Eugenio Miccio, per costruire una realtà competitiva e un gruppo coeso ed unito che possa superare le incertezze e le incognite legate alla preparazione della prossima stagione.

Dopo lo scorso anno, concluso al sesto posto e di poco sotto la zona playoff, la squadra giallorossa del mister Leonardo Tempesta è pronta a dare l’assalto alla Promozione e a giocare le proprie carte per sognare l’Eccellenza, sfruttando la profondità della rosa, la forza di volontà e l’imprevedibilità dei nuovi acquisti.

Il Marra San Feliciano milita stabilmente in Promozione e il merito, oltre che dei calciatori, è anche dei dirigenti come lei. Come si è trovato ad assumere il ruolo di direttore sportivo e qual è il segreto per costruire una realtà competitiva come la vostra?
"Sono diventato dirigente perché ho una grandissima passione per questo sport e per questa squadra: in passato, in un paese piccolo come il nostro, ognuno cercava di dare una mano per organizzare al meglio la stagione, anche se non c’era una società ben definita. Da quando è entrato il presidente Eugenio Miccio c’è più serietà e una maggiore chiarezza anche a livello societario, anche se in qualità di direttore sportivo sono impegnato anche in altri ambiti organizzativi e ho un ruolo polivalente. Il merito di quanto è stato costruito negli anni è principalmente del presidente, che è riuscito a costruire e a mantenere una realtà importante in maniera impeccabile: stadio perfetto, campo d’allenamento in erba e organizzazione sembrano quelli di una squadra professionistica e sono di uno standard altissimo per la Promozione. Cerchiamo di curare ogni aspetto della vita al campo d’allenamento, dai palloni che usiamo per gli allenamenti alle casacche delle squadre che si allenano."

L’organizzazione societaria sembra riflettersi sulle prestazioni della squadra in campo. Come giudica il risultato raggiunto lo scorso anno?
"La scorsa stagione è stata più che positiva, perché ha riconfermato le qualità della rosa e la capacità della dirigenza. Sono tanti anni che militiamo regolarmente in Promozione e riusciamo a farlo spendendo il giusto, programmando ogni stagione con calma e lucidità grazie all’organizzazione e all’aiuto di tutti. Quest’anno, nonostante le incognite legate alla situazione sanitaria, abbiamo sempre tenuto vivi i rapporti con i calciatori e ci siamo mossi fin dall’inizio di maggio per preparare la prossima stagione, anticipando sul tempo tutti gli altri, che non sapevano nemmeno se saremmo ripartiti o meno a settembre."

La prossima sarà una stagione piena di incertezze e di incognite. Quale sarà l’obiettivo minimo da raggiungere?
"L’obiettivo principale è sempre quello della salvezza, anche se ogni campionato è diverso da quello precedente e potrebbe rivelare nuove sorprese. Abbiamo migliorato la rosa in ogni reparto, assicurandoci almeno 2-3 giocatori per ogni ruolo e programmiamo ogni stagione con l’intento di migliorarci, quindi se dovessimo trovarci nelle zone più nobili della classifica, non ci tireremmo di certo indietro e giocheremo le nostre carte, lottando per le posizioni più alte."

Crede che ci siano alcune squadre più favorite di altre per le posizioni più ambite della classifica?
"Anche se il prossimo sarà un campionato particolare e privo di certezze, vedo FC Castello San Secondo, Pierantonio, Montone e Ventinella un passo avanti alle altre. Sarà difficile giocare con tutte le squadre perché questo è un campionato equilibrato, in cui tutti giocano a viso aperto: ci potrebbero essere risultati sorprendenti."

A livello manageriale e dirigenziale, come si prepara una stagione incerta come la prossima, che ha tante incognite dovute alla sospensione prolungata dello scorso campionato e all’organizzazione del calendario del prossimo anno?
"È difficile preparare una stagione quando non si hanno certezze o date per la ripresa. Lunedì 17 faremo la presentazione della squadra e ci troveremo per dare ufficialmente il via alla stagione 2020-2021, ma non sappiamo ancora quando potremo iniziare la preparazione e quando inizierà il campionato. Ho sentito alcune voci e alcune proposte per cambiare il format del campionato ma non ne sono entusiasta perché le società hanno già iniziato ad impostare la prossima stagione e cambiare ora sarebbe controproducente. Non si può costruire una rosa per disputare un campionato a 18 squadre e poi ritrovarsi a competere in un campionato con 12 squadre e 3 gironi: cambia tantissimo a livello organizzativo. Se il campionato inizierà ad ottobre e avremo otto turni infrasettimanali, con anche la coppa, rischiamo di avere un calendario troppo fitto che per il calcio dilettantistico è insostenibile, perché molti giocatori lavorano durante la settimana e alcune società dovrebbero noleggiare impianti dotati di illuminazione esterna per disputare i turni infrasettimanali. Rispetto ad altre regioni come Lombardia, Toscana e Lazio, che hanno già deciso quando riprendere il campionato (27 settembre per la Lombardia, 20 per Lazio e Toscana), l’Umbria è ancora un passo indietro nell’organizzazione della stagione: speriamo di poter riprendere ufficialmente il 25, ma al momento è difficile persino organizzare amichevoli e allenamenti. Sarà una stagione problematica, ma sono fiducioso che il Marra San Feliciano l’affronterà al meglio delle sue possibilità e otterrà risultati importanti."

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Come avete reagito alla sospensione prolungata, e poi definitiva, del campionato?
"I giocatori che sono con noi da più tempo si sono sentiti molto più legati alla squadra dopo l’interruzione del campionato e hanno mostrato grande riconoscenza alla società. Qui al Marra cerchiamo di costruire una famiglia più che una rosa di calciatori e i dirigenti cercano di comportarsi come dei padri nei confronti dei giocatori per creare un gruppo unito e che si diverta quando scende in campo. Quando la Lega ha annunciato la sospensione, i nostri ragazzi hanno subito accettato di ridurre i rimborsi della società perché hanno capito subito quale poteva essere il problema e hanno subito trovato la soluzione. Anche il mister e il mister in seconda hanno risposto presenti alla nostra richiesta, riducendo i loro compensi. È stata una decisione che ci ha resi orgogliosi perché significa che abbiamo costruito una bella realtà, con dei ragazzi che prima di tutto sono delle persone affezionate e legate alla squadra e alla società."

Nonostante le difficoltà nella preparazione della nuova stagione avete incassato il sì di molti giocatori.
"Ci siamo mossi in anticipo sul mercato e abbiamo preso anche alcuni giocatori dall’Eccellenza, che hanno accettato di scendere di categoria senza alcun problema pur di giocare con noi, perché molti conoscono la nostra realtà e sanno che il gruppo è molto compatto e ha grandi potenzialità. Altri calciatori, sebbene lo scorso anno non abbiano mai giocato, hanno chiesto esplicitamente di restare. Io dico sempre che quando si viene al Marra si piange due volte, quando si arriva e quando si parte, perché una volta che i ragazzi entrano nella nostra realtà e condividono il nostro modo di fare le cose non se ne vogliono più andare. Molti dei nuovi acquisti hanno detto di non aver mai visto una società come la nostra, con un’organizzazione perfetta che rasenta quasi il professionismo."

Da quest’anno avrete in squadra anche Magrini, Minelli, Federici, Fuscagni e Corradini, che con le riconferme di Bartoccini e Mancini andranno a formare una squadra solida e con grandissimo potenziale. Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto a puntare su di loro e ad intervenire sul mercato?
"Credo che i soldi non facciano la felicità, soprattutto per i calciatori più giovani, che dovrebbero solamente pensare a giocare e a divertirsi, vivendo il calcio dilettantistico per quello che è: uno sport. Poi è logico che per mandare avanti una squadra e una società servano dei soldi. Il presidente mi dice spesso “Se mi fai fallire è colpa tua” (ride), perché ogni tanto mi intestardisco su un giocatore e voglio portarlo in squadra a tutti i costi. L’acquisto di Davide Magrini (portiere classe ’98) è nato proprio in questo modo. Il nostro secondo portiere, Carmeli, ci ha comunicato che il lavoro lo avrebbe spesso tenuto impegnato e per non rischiare di lasciare la squadra senza un portiere di riserva all’altezza del campionato, proprio nel bel mezzo della stagione, abbiamo scelto Magrini. Siamo stati molto contenti della decisione di Andrea Federici (attaccante, ex San Sisto) che è sceso dall’Eccellenza per venire da noi, e con gli acquisti di Giacomo Minelli (attaccante, ex Martignana), Simone Fuscagni (difensore centrale ex Mugnano) e Alessandro Corradini (centrocampista, ex FC Castello), oltre alle riconferme di Samuele Bartoccini e Daniel Mancini (entrambi attaccanti), possiamo guardare con fiducia alla prossima stagione. Se vogliamo fare bene dobbiamo puntare alla forza del gruppo perché alla fine è sempre il campo ad avere l’ultima parola: puoi avere anche una squadra di fenomeni, ma se non hai una rosa unita e giocatori dentro al progetto non vai da nessuna parte."

Quale pensa che sia la qualità fondamentale che deve avere un ragazzo per diventare un buon calciatore?
"Da quando è arrivato il presidente abbiamo stabilito una regola fondamentale prima di muoverci sul mercato: la cosa più importante è l’aspetto umano, e poi vengono le qualità del giocatore. In passato abbiamo rinunciato ad alcuni ragazzi fortissimi, ma che avevano delle idee contrarie a quelle della squadra o snobbavano la società e per questo abbiamo preferito puntare su altri giocatori. Magrini, Federici e gli altri, quando si sono presentati in sede non hanno parlato di soldi o imposto delle condizioni, ma ci hanno convinto semplicemente con i loro comportamenti e la loro voglia di giocare. Per diventare calciatore è necessario prima di tutto essere uomini dentro e fuori dal campo, altrimenti non si può migliorare né come persone né come giocatori."

Qual è la vostra arma segreta che vi ha portato a disputare una stagione più che positiva lo scorso anno e che potrà tornarvi utile anche quest’anno?
"Il segreto è l’armonia del gruppo, che deve sempre prevalere sulla volontà del singolo. Qualche anno fa stavamo rischiando di retrocedere e a dicembre due ragazzi si sono presentati in sede per venire a darci una mano, ma il presidente non ha apprezzato il loro atteggiamento e ha posto un veto su di loro. Poco dopo Natale abbiamo perso 5-1 in casa del Lama, ma la società ha deciso di confermare in blocco il mister e tutta la squadra: il presidente ha organizzato un incontro ed è riuscito a risvegliare il gruppo, che dalla giornata successiva ha inanellato una serie di 11 vittorie consecutive, fino alla sconfitta col Trasimeno in casa. Quell’anno ci siamo salvati senza nemmeno dover disputare i playout, è questa la forza del gruppo che cerchiamo di creare ogni anno. Per noi il calcio deve essere un divertimento e lo scorso anno avevamo sempre 20-21 giocatori ad ogni allenamento che scherzavano tra di loro, perché percepivano un clima disteso e rilassato, anche se mettevano sempre la massima serietà negli allenamenti. Da anni ormai abbiamo un’usanza particolare per cementare il gruppo: dopo ogni allenamento i ragazzi restano negli spogliatoi a mangiare e bere qualcosa per chiacchierare e per divertirsi. Col presidente e gli altri dirigenti pensiamo che la società debba prendersi cura dei calciatori sotto ogni punto di vista e farli sentire apprezzati come all’interno di una famiglia: la riprova che questo atteggiamento funziona ci viene sempre dai fuoriquota, che ci chiedono di restare anche se sanno che avranno poco spazio per giocare durante la stagione."

Il mercato è cominciato da poco più di un mese e la fine è lontanissima: da qui alla chiusura delle trattative farete qualche altro colpo a sorpresa?
"Quando abbiamo incontrato il mister abbiamo analizzato la rosa e selezionato i reparti in cui intervenire, cercando di soddisfare le richieste dell’allenatore. Abbiamo preso un calciatore duttile come Federici che può fare sia la punta che l’esterno, un esterno alto come Minelli, un difensore come Fuscagni per dare il cambio a Ragni e Pieroni: per il momento siamo soddisfatti, anche se ci manca qualche fuoriquota. Siamo già in 18 e vorremmo completare la rosa arrivando a 21-22 giocatori: abbiamo deciso di aspettare di completare la rosa e di vedere se i fuoriquota o i più esperti si liberano dalle loro squadre o se ci saranno altre occasioni da sfruttare da qui alla fine del mercato."

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  Scritto da Filippo Feligioni il 14/08/2020
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