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ANGIOLUCCI LANCIA LA SFIDA:"Selci Nardi pronto a correre. E a vincere"

Selci Nardi, Angiolucci si presenta: “Promozione umbra una nuova sfida da vincere!”
FILIPPO FELIGIONI
SELCI-LAMA – Difensore classe 1993, ex-Baldaccio Bruni di Anghiari, esperienza pluriennale tra Eccellenza e Serie D con la maglia del Sansepolcro: stiamo parlando di Daniele Angiolucci (nella foto), neoacquisto del Selci Nardi, che da questa stagione sarà alle dipendenze di mister Gianluca Marinelli per lanciare l’assalto alla Promozione Umbra.

Esperto conoscitore dell’Eccellenza toscana, difensore rapido e abile nella lettura dell’azione, Angiolucci dovrà garantire solidità difensiva, posizionamento e leadership alla squadra della presidente Elena Nocchi e dare una mano ai compagni più giovani, sostenendoli nei momenti di difficoltà e ricorrendo alla propria esperienza personale. Angiolucci è pronto al suo esordio in Promozione umbra, e non vede l’ora di cominciare.

Dall’Eccellenza toscana alla Promozione umbra, dalla Baldaccio Bruni al Selci Nardi: tanti cambiamenti per uno che si sposta soltanto di 15km. Come nasce questo desiderio di superare il confine e di mettersi in gioco sotto la guida di mister Marinelli?
“La mia voglia di cambiare è legata alla ricerca di nuovi stimoli in un’altra realtà, diversa da quella della Baldaccio Bruni. Ad Anghiari mi sono sempre sentito a casa perché nel corso degli anni avevamo creato un gruppo fortissimo e molto unito, ma alcuni ragazzi avevano deciso di cambiare squadra e lo spogliatoio si stava un po’ sfaldando. Prima che interrompessero la stagione ho passato un periodo felicissimo con la squadra e ho sperato di poter terminare il campionato con i miei compagni e di passare più tempo con loro prima che si dividesse il gruppo d’amici che si era venuto a creare, anche perché mancavano solo cinque partite al termine della stagione. Restare alla Baldaccio non mi sarebbe dispiaciuto, ma a differenza di altre società che si sono mosse fin da aprile per preparare la nuova stagione, la società aveva deciso di fare le cose con calma e non sapeva quando avrebbe iniziato a programmare il nuovo corso. La convinzione e la velocità con cui si è mossa la dirigenza del Selci Nardi mi ha fatto capire che le loro intenzioni erano serie e che avrei trovato persone competenti e preparate, convinte dei propri mezzi e con un obiettivo ben preciso da raggiungere.”

Hai salutato la Baldaccio Bruni dopo una stagione anomala, chiusasi in anticipo e terminata al nono posto in classifica. Che giudizio dai al campionato appena concluso?
“Nello scorso campionato siamo riusciti a toglierci qualche soddisfazione e nel complesso penso sia stata una buona stagione, anche se non abbiamo avuto modo di chiuderla. Nelle ultime quattro partite prima della sospensione del campionato abbiamo giocato contro le prime quattro della classe, inanellando tre vittorie e un pareggio. Eravamo lanciati e sempre più convinti dei nostri mezzi, ma l’interruzione della stagione ci ha spezzato le gambe e ha fatto naufragare le nostre speranze di migliorare la classifica.”

Anche il Selci Nardi ha terminato la stagione al nono posto in classifica. Conoscevi già la squadra e le sue potenzialità?
“Giocando ogni domenica con la Baldaccio non ho avuto la possibilità di vedere i miei nuovi compagni lo scorso anno, anche se ne conoscevo già alcuni e tutti mi avevano parlato di una squadra molto compatta, sostenuta da una società seria. Davide Poggini mi ha parlato molto bene della realtà del Selci Nardi, degli anni con mister Barontini e della vittoria della Prima Categoria e il passaggio in Promozione: sicuramente la presenza di amici e conoscenti ha influito sulla mia scelta e non vedo l’ora di potermi aggregare al resto della squadra per iniziare con la preparazione.”

Prima della firma con il Selci Nardi si è parlato di offerte da altre squadre per te. Cosa ti ha spinto a preferire Selci alle altre realtà?
“Ci sono state alcune voci, ma nulla di ufficiale. Comunque, ho preferito non approfondire queste voci perché mister Marinelli mi ha convinto con forza, facendomi sentire importante e spiegandomi con chiarezza il suo progetto tecnico. Ho giocato con il mister per sei anni quando eravamo a Sansepolcro ed eravamo sempre seduti vicini nello spogliatoio: è sempre stato un giocatore da ammirare e da prendere come esempio e penso che la sua presenza al Selci Nardi sia stata fondamentale per farmi accettare di unirmi alla squadra.”

È la prima esperienza nel campionato di Promozione umbra. Cosa ti aspetti da questa nuova avventura?
“L’Eccellenza toscana è un buonissimo campionato, con squadre molto forti, impianti all’altezza della categoria e giocatori di alto livello. Non ho ancora mai giocato in Promozione umbra, ma mi hanno detto che il livello è leggermente più basso, anche se so che è molto combattuto perché non c’è quasi mai una squadra nettamente superiore alle altre e fino all’ultima giornata tutte si danno battaglia per i primi posti della classifica. Squadre come Montone, Pierantonio e Tiberis partono favorite per la vittoria finale, ma il campionato è molto equilibrato e tutti possono dire la loro, anche se poi ci saranno sicuramente delle squadre più concrete di altre. Giocare per la prima volta in Promozione umbra rappresenta una sfida in più per me: è un campionato nuovo che mi affascina e mi dà molti stimoli in più per affrontare alla grande questa nuova avventura.”

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Mister Marinelli, con cui hai giocato a Sansepolcro, ti ha accolto a braccia aperte e ha speso per te parole al miele. Cosa ti ha detto per convincerti a raggiungerlo a Selci?
“Il mister è stato molto convincente ed è riuscito fin da subito a trasmettermi la sua voglia di giocare e di fare una grande stagione. Mi ha preso alla sprovvista perché fin subito dopo l’interruzione del campionato ha iniziato a chiamarmi e a mandarmi messaggi con regolarità, parlandomi delle sue intenzioni e del suo progetto, della volontà della società e della programmazione della prossima stagione. Dal punto di vista tecnico-tattico mi ha accennato qualcosa, ma il mister è molto riservato e anche un po’ scaramantico quindi preferisce non rivelare fin da subito i dettagli e parlare di tattica e di moduli in generale. Credo che proveremo a sistemarci a 3 in difesa e se non dovesse funzionare passeremo a 4, ma queste sono dinamiche da osservare nel corso della stagione e spetterà al mister trovare la giusta soluzione.”

La società sta conducendo un mercato importante e sembra che stia seguendo una “linea verde”, puntando tutto sui giovani (Giovacchini, Arcaleni, Piergentili, Cantalamessa, Picchirilli, Guerri, Mezzanotti, Mantini, Lucari). Pensi che avere tanti ragazzi giovani in squadra potrà essere l’asso nella manica da giocare nella prossima stagione?
“Non è facile rispondere a questa domanda… I giovani sono sempre un’incognita, quasi una roulette russa. Hanno tutti le capacità e i mezzi per tirare fuori dal nulla partite incredibili e fare stagioni travolgenti, anche se a volte il peso della pressione e delle aspettative cresce e non riescono ad essere all’altezza. Ho molta fiducia nei miei nuovi compagni, anche in quelli più giovani e nei fuoriquota, perché conosco bene il mister e sono sicuro che riuscirà ad integrarli alla perfezione all’interno dello spogliatoio: riusciva a farlo quando era un giocatore e penso che non avrà problemi a rifarlo in qualità di allenatore. Siamo un gruppo molto giovane visto che io (classe 1993) e Poggini (classe 1984) siamo i più “vecchi” e per questo a volte potremmo incappare in partite in cui peccheremo d’esperienza, ma l’imprevedibilità dei giovani e la loro voglia di mettersi in mostra saranno il nostro asso nella manica. Dovremo essere bravi a toglierci di dosso la pressione, a pensare esclusivamente al campo e a lavorare con serietà senza porci alcun limite: i risultati verranno di conseguenza.”

Guardando al tuo curriculum spiccano le presenze in Serie D: l’esperienza maturata in passato potrà aiutare la squadra a fare il salto di qualità e a superare i momenti di difficoltà?
“Darò tutto me stesso per la causa e cercherò di aiutare la squadra garantendo l’esperienza che ho maturato nel corso della carriera. Il mister Marinelli mi conosce bene e sa come reagisco in determinati momenti di difficoltà: penso che anche per questo motivo mi abbia chiesto di venire al Selci Nardi e spero di poter aiutare i miei compagni a formare un gruppo unito e capace di dare il massimo in ogni occasione. Dovremo spronarci a vicenda per superare le difficoltà che incontreremo nel corso del campionato e per fare le nostre partite contro tutte le avversarie, indipendentemente dal loro valore o dalla loro posizione in classifica.”

La prossima stagione sarà imprevedibile perché tutti i giocatori vengono da un periodo di pausa prolungata. Come affronterete la preparazione in vista del prossimo campionato?
“La prossima stagione sarà anomala, perché non ci sono ancora delle certezze definitive e anche dal punto di vista fisico dovremo riadattarci alla corsa e ai movimenti di squadra. L’interruzione prolungata influirà soprattutto sulla preparazione, perché non possiamo ripartite subito a mille senza prima rimettere in moto le gambe, altrimenti rischiamo di entrare nel loop infinito degli infortuni e di compromettere la stagione. Dobbiamo prepararci ad un campionato particolare, con un calendario fitto, molti turni infrasettimanali e partite ravvicinate: non sarà facile gestire le energie fisiche e mentali, ma non vediamo l’ora di iniziare.”

Da piccolo eri il classico bambino che sognava di fare l’attaccante o preferivi già le scivolate e le chiusure all’ultimo secondo per sventare un gol? Come nasce il difensore Daniele Angiolucci?
“Penso di aver seguito la classica trafila del difensore: ho iniziato da punta, poi sono stato arretrato a seconda punta, poi ancora in centrocampo e infine in difesa… forse perché non avevo tanto senso del gol. Ma credo che sia normale: da bambini tutti vogliono giocare in attacco per fare gol, poi crescendo si sviluppano alcune qualità ed emergono le caratteristiche più adatte ai vari ruoli. Per me è stato decisivo il primo anno al Sansepolcro con mister Piccinelli: fino a quel momento avevo giocato come centrocampista ad Anghiari, ma il mister mi schierò in difesa e da quel momento non ho più cambiato ruolo.”

C’è un calciatore famoso a cui guardi per prendere ispirazione o per rubare qualche segreto?
“Da piccolo avevo occhi soltanto per Ronaldinho perché vederlo giocare era uno spettacolo. Crescendo invece ho iniziato ad osservare con attenzione alcuni difensori per provare a rubare qualche segreto con gli occhi, anche se poi le qualità sono quelle che sono e spesso non riuscivo ad imitarli (ride). Al momento ci sono tantissimi difensori centrali che giocano ad alti livelli: penso a Thiago Silva che è velocissimo a leggere l’azione o a Virgil Van Dijk, il centrale del Liverpool, che è il centrale più completo del mondo perché fa sempre la scelta giusta e unisce velocità e forza fisica, lettura del gioco e buona tecnica di base. La vera forza di un difensore è la capacità di non sbagliare mai la scelta nella giocata o nel posizionamento, perché ogni errore e ogni valutazione sbagliata possono causare un pericolo per la propria squadra.”

Nel tempo hai affinato le tue caratteristiche e migliorato sempre di più il tuo modo di giocare. Quali pensi che siano le tue migliori qualità?
“Non ho il tipico fisico del difensore centrale e non sono strapotente fisicamente, quindi credo che il mio punto di forza sia la capacità di leggere in anticipo l’azione e di posizionarmi sempre correttamente. Quando ho iniziato a giocare in difesa ho dovuto imparare in fretta e adattarmi agli scontri con attaccanti più grandi e più forti di me e ho capito l’importanza dell’anticipo, del posizionamento, della marcatura preventiva. Spesso mi sono trovato di fronte attaccanti fisicamente più potenti di me e penso che il segreto per riuscire a neutralizzarli sia giocare d’astuzia e cercare di evitare il contatto fisico. In difesa ci vuole sempre il giusto mix di potenza, velocità e capacità di leggere l’azione: nelle ultime stagioni di Eccellenza toscana ho giocato in coppia con Marco Rosati, che è un difensore più strutturato fisicamente e più bravo nel corpo a corpo, e per questo ci siamo integrati alla perfezione.”

Dopo un’astinenza prolungata si respira nell’aria tanta voglia di calcio. Vale anche per te?
“Durante il lockdown ho continuato ad allenarmi da solo e a fare delle corsette in campagna, ma non sentivo il richiamo del campo e del pallone perché stavamo attraversando un momento difficile. Da qualche settimana invece ho tantissima voglia di tornare in campo, perché il progetto del Selci Nardi mi intriga molto: ho la stessa fame e la stessa voglia di un ragazzino di 16 anni al suo esordio in prima squadra, che non vede l’ora di mettersi in mostra e di dimostrare le sue qualità. Quando prendo un impegno mi ci butto a testa bassa e sono disposto a dare anima e corpo per la causa: il 31 agosto riprenderemo ufficialmente gli allenamenti di squadra, ma prima ci aspetteranno dei test fisici per valutare le condizioni atletiche. Solitamente soffro un po’ la preparazione, ma nel calcio bisogna correre altrimenti non si vince (ride). E noi saremo pronti a correre. E a vincere.”

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  Scritto da Filippo Feligioni il 18/08/2020
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