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AMAREZZA PARLESCA: "Caso Touray mal gestito, vale la pena iscriversi?"

PARLESCA - Il direttore generale del Parlesca, Roberto Calzetti (nell'immagine di copertina), torna a parlare del 'caso Touray', risalente al marzo 2020.

Perchè alla SS Parlesca non riuscite ad ufficializzare la partecipazione al campionato di Prima Categoria, fra l'altro per voi di assoluto prestigio?
"Purtroppo, a parte delucidazioni concesse per buona volontà e in via amichevole dagli addetti del Comitato Umbro, continua a non esserci colloquio con una istituzione che dovrebbe essere "nostra" e che invece non si riesce a capire da chi gestita come politica sportiva. Mancano informazioni essenziali per la prosecuzione in clima sportivo dell'attività."

Accusa grave la vostra, il Comitato si è attivato con alcune assemblee appena qualche giorno fa anche permettendo incontri in presenza fra le società e la Figc.
"E' vero e in questa occasione è emersa una decisione a favore delle tesi della SS Parlesca con proposta di condanna delle controparti, condanne non eseguibili per "decorrenza dei termini" con sentenza sulla base di udienza del 14 gennaio 2021 a uffici chiusi e senza la partecipazione della nostra Società. Vada per la "decorrenza dei termini" a favore dei dirigenti colleghi (assolti di fatto per prescrizione del reato sportivo e comunque ritenuti responsabili dei fatti e dei comportamenti addebitati), ma il caso verteva sui danni provocati da tali comportamenti verso un nostro giocatore. InfattI tale giocatore era stato aggredito fisicamente due volte e insultato perchè "negro" e penalizzato per una sbracciata di difesa dal referto di un arbitro inesperto, immaturo, ampiamente smentito dalle riprese video e che si è permesso di riferire di "comportamento estremamente violento". Si era trattato di un'accusa infamante che nella normale procedura penale avrebbe probabilmente avuto ben altri esiti!"

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Se parlate di "prove video" siete certi di averle ben utilizzate?
"Le riprese video sono state prodotte anche presso la Procura Federale di Roma (e confidenziamente ritenute dallo stesso Procuratore interrogante assolutamente incongruenti con il referto fatto dal giudice di gara e assolutamente non giustificative della condanna a 8 giornate comminata dal Giudice Sportivo al nostro giocatore) e ad oggi non abbiamo notizia di conferma o revisione della squalifica, non abbiamo nessuna disponibilità da parte delle fonti ufficiali sull'esito della nostra protesta e crediamo fra l'altro che non tutto sia attribuibile alla pandemia e alla cassa di integrazione del personale impiegatizio federale ma anche ad una mala-organizzazione e leggerezza verso il fare giustizia sportiva che era elemento fondante dell'organizzazione calcistica, soprattutto dilettantistica. Crediamo che la giustizia sportiva abbia bisogno di uomini più attenti alla realtà dei fatti e meno vincolati dalle interpretazioni dei regole e delle sotto regole. Nel caso del nostro calciatore africano che ha preso le 8 giornate, al danno si è aggiunta la beffa con l'accusa rivoltaci da saccenti di sacrestia di non tutelare "un povero negro", quando ne abbiamo ben 11 nella nostra rosa con tutte le assistenze, pur minimali, che possiamo loro garantire. Facile poi replicare che se si decide di far parte del sistema il rispetto delle regole è indispensabile e chi non è d'accordo o taccia o si defili: chi si esprime così forse non ha ben compreso che quando in una società veramente dilettantistica sono rimasti mediamente 2/3 dirigenti veramente attivi, e solo per questo si sta collocando nel mondo delle fiabe."

Siete quindi allineati su una proposta di rinuncia al campionato?
"Qualcuno vorebbe defilarsi, e stante la situazione economica generale forse si tratta di un pretesto per farsi i cavoli suoi, ma preferiremmo non dare questo tipo di soddisfazioni e di trovare invece qualcuno che riesca ad indagare a fondo sui fatti e sui comportamenti."

A cura Ufficio stampa SS Parlesca

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  Scritto da Redazione il 18/06/2021
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